Sai che per chi è disoccupato c’è la possibilità di anticipare l’accesso alla pensione? Ecco con quali misure.
Ci sono buone notizie per chi è senza lavoro ed ha un’età avanzata tale da rendere complicato il ricollocamento: il nostro ordinamento riconosce infatti diverse agevolazioni per i disoccupati, consentendo loro di andare subito in pensione, prima del raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia.
Si possono avere, dunque, subito i soldi della pensione maturata fino a quel momento, a patto di aver raggiunto i requisiti necessari che consentono di sfruttare lo stato di disoccupazione a proprio vantaggio. Ad esempio, oggi le misure che consentono a chi è disoccupato di andare in pensione - che sono perlopiù due - richiedono in entrambi i casi l’avvenuta cessazione dell’indennità di disoccupazione Naspi, per quanto in realtà questo vincolo di recente sia stato oggetto di una sentenza della Corte di Cassazione che potrebbe aver ribaltato tutto.
Nel dettaglio, quando si parla di agevolazioni per la pensione riservate a chi è senza lavoro ci si riferisce perlopiù a Quota 41 e all’Ape Sociale. Da una parte quindi c’è una vera e propria forma di accesso alla pensione, dall’altra invece l’anticipo pensionistico, ossia quella misura che permette l’uscita anticipata dal mercato del lavoro percependo negli anni che mancano al raggiungimento della pensione un’indennità sostitutiva pagata interamente dallo Stato.
Si tratta di due misure che vanno a tutelare alcune categorie di lavoratori, compresi appunto i disoccupati. Vediamo dunque quali sono i requisiti necessari per beneficiare di queste agevolazioni, partendo dalla condizione per cui oltre a essere disoccupati è necessario aver cessato di percepire dell’indennità di disoccupazione conosciuta come Naspi.
A chi spetta la Naspi
Prima di vedere quali sono le agevolazioni ai fini della pensione per i disoccupati, è bene fare chiarezza su quando spetta la Naspi. Come anticipato, infatti, l’aver percepito l’indennità di disoccupazione è requisito essenziale per poter beneficiare sia dell’Ape Sociale che di Quota 41.
La Naspi spetta a coloro che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla proprio volontà. Non ne ha diritto, quindi, chi si dimette - a eccezione delle dimissioni per giusta causa - mentre spetta a chi viene licenziato o alla scadenza di un contratto a tempo determinato.
Ci sono, però, altri requisiti da soddisfare per avere diritto alla Naspi: sono necessarie, infatti, almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti all’inizio del periodo di disoccupazione.
Chi perde il lavoro e soddisfa questi requisiti, quindi, può beneficiare della Naspi e non solo: al termine di questa, infatti, potrebbe anche accedere, qualora ne soddisfi gli altri requisiti, a una delle misure di flessibilità per la pensione riconosciute dal nostro ordinamento in favore dei disoccupati.
Ape Sociale per i disoccupati
L’Anticipo Pensionistico sociale è quell’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps - in favore dei soggetti che soddisfano determinati requisiti - per tutto il tempo che manca al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
L’Ape spetta all’età di 63 anni e 5 mesi; va detto che per il futuro pensionato non ci sono penalizzazioni in quanto è lo Stato a farsi pieno carico dell’indennità sostitutiva che viene percepita nel frattempo (ma per sole 12 mensilità, visto che manca della tredicesima).
Tra le categorie che possono usufruire dell’Ape Sociale ci sono anche i disoccupati, purché questi abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione a loro spettante da almeno 3 mesi. Non possono richiedere l’anticipo, quindi, i disoccupati che non hanno percepito la Naspi.
Ci sono però altri requisiti che un disoccupato deve soddisfare per beneficiare dell’Ape. Nel dettaglio, nei 36 mesi precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro devono aver avuto periodi di lavoro dipendente di almeno 18 mesi. Per questi, inoltre, è richiesta un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
Quota 41 per i disoccupati
Altra misura di flessibilità riconosciuta ai chi è disoccupato e ha beneficiato della Naspi è Quota 41, conosciuta anche come pensione anticipata per i lavoratori precoci.
Questa, infatti, è una misura che consente il pensionamento - indipendentemente dall’età anagrafica - al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione. Si tratta, però, di un’opportunità riservata ai soli lavoratori precoci, ossia a chi prima del compimento dei 19 anni di età ha maturato almeno 12 mesi di contribuzione. Inoltre, è necessario che almeno un contributo settimanale risulti versato entro il 31 dicembre 1995.
Anche Quota 41, però, è riservata ad alcune categorie di persone. Tra queste troviamo anche i soggetti in stato di disoccupazione, ma a patto che l’indennità percepita sia cessata da almeno 3 mesi (non sono previsti altri requisiti).
Aver beneficiato della Naspi è sempre obbligatorio?
Come abbiamo avuto modo di spiegare, per l’Inps aver fruito della Naspi e averne cessato da almeno 3 mesi è un requisito fondamentale ai fini dell’accesso alle suddette misure.
Tuttavia di recente l’interpretazione che l’Istituto dà della norma è stata oggetto di contestazione da parte della Corte di Cassazione che con la sentenza n. 24950 del 17 settembre 2024 ha esteso il diritto all’Ape Sociale anche a chi non ha preso la Naspi. Una decisione che apre quindi alla possibilità che possano esserci sempre più contenziosi di questo tipo, con l’Inps che a questo punto potrebbe essere costretta a un cambio della norma.
Per il momento comunque la Corte di Cassazione non si è esposta in merito a Quota 41, per la quale quindi l’obbligo di aver cessato la Naspi da almeno 3 mesi permane.
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