Il Ministero del Lavoro ha ufficializzato il tasso di rivalutazione che verrà utilizzato nel 2020 per il calcolo della pensione con il sistema contributivo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Pensioni: il Ministero del Lavoro ha comunicato il valore ufficiale che dovrà essere utilizzato per la rivalutazione del montante contributivo. Stiamo parlando del tasso di rivalutazione, ossia quel parametro che sarà utilizzato per calcolare l’importo delle pensioni - per la parte che rientra nel regime contributivo - di coloro che verranno collocati in quiescenza dal 1° gennaio 2020.
Il tasso di rivalutazione è molto importante ai fini del calcolo contributivo della pensione. La riforma Dini, infatti, ha stabilito che al momento dell’accesso alla pensione il montante contributivo accreditato fino a quel momento, prima di essere moltiplicato per il coefficiente di trasformazione così da essere trasformato in assegno pensionistico, deve essere rivalutato tenendo conto della crescita nominale del PIL degli ultimi 5 anni.
Al momento di accedere alla pensione, quindi, tutto il montante contributivo viene rivalutato ad eccezione dei contributi versati nell’anno precedente. Quindi, nel caso di coloro che andranno in pensione dal 1° gennaio 2020, non ci sarà rivalutazione per i contributi versati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019.
Ma vediamo qual è il tasso di rivalutazione per le pensioni appena comunicato - tenendo conto dei dati ISTAT - dal Ministero del Lavoro.
Tasso di rivalutazione per le pensioni con decorrenza nel 2020
Come anticipato il tasso di rivalutazione è quel coefficiente con cui il montante contributivo viene adeguato alle variazioni del PIL; un parametro che incide sull’assegno di pensione, specialmente per coloro che hanno un importo calcolato interamente con il sistema contributivo (ossia chi ha iniziato a lavorare successivamente al 1° gennaio 1996).
Ebbene, secondo l’ISTAT il tasso medio annuo, risultato della variazione del PIL nominale nei cinque anni precedenti al 2018, è pari a 0,018254. Di conseguenza il coefficienti di rivalutazione - ufficializzato dal Ministero del Lavoro - sarà pari a 1,8254%,
Continua, quindi, il trend di crescita che ha caratterizzato il tasso di rivalutazione negli ultimi anni: basti vedere, infatti, che nel 2018 il tasso registrato era pari all’1,3478%. Siamo comunque ancora molto lontani dai valori registrati prima della crisi, quando il valore era solito attestarsi tra il 4 e il 5% vista la vivacità dell’economia.
Pensioni 2020: ecco cosa aspettarsi
Il decreto del Ministero del Lavoro sui coefficienti di rivalutazione è solo il primo dei tanti annunci che arriveranno nelle prossime settimane.
Ad esempio, come vi abbiamo anticipato nella giornata di ieri, entro la fine dell’anno ci sarà un decreto interministeriale (Ministero del Lavoro e MEF) con il quale sarà ufficializzata la nuova età pensionabile per il biennio 2021-2022 che - visto l’adeguamento con le speranze di vita - dovrebbe aumentare di un mese.
Solo allora il Ministero del Lavoro potrà comunicare anche i coefficienti di trasformazione con cui il montante contributivo - rivalutato - si tramuterà in assegno di pensione. Anche questi coefficienti, così come l’età pensionabile, sono infatti legati alle variazioni delle speranze di vita e di conseguenza devono essere aggiornati ogni due anni.
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