Pensioni, caos statali: lo Stato “dimentica” di versare una quota aggiuntiva di contributi?

Antonio Cosenza

29/03/2021

Dipendenti pubblici con TFR sul fondo pensione penalizzati dallo Stato: dal MEF non è mai stato versato il contributo aggiuntivo dell’1% a loro riconosciuto dalla normativa.

Pensioni, caos statali: lo Stato “dimentica” di versare una quota aggiuntiva di contributi?

Caos pensioni per i dipendenti pubblici che hanno deciso di iscriversi al fondo di previdenza complementare Perseo-Sirio, quindi circa 78 mila statali secondo i numeri ufficiali resi noti dal fondo.

Un problema che presto potrebbe riguardare tutti i dipendenti pubblici neo assunti, in quanto per questi verrà introdotto il meccanismo del silenzio assenso per il conferimento del TFR ai fondi pensione. In mancanza di una comunicazione che specifichi la destinazione del TFR, quindi, per i dipendenti pubblici appena assunti ci sarà l’automatica iscrizione al fondo Perseo-Sirio, appunto il fondo di previdenza complementare dei lavoratori della Pubblica Amministrazione e della Sanità.

Il numero degli iscritti, quindi, potrebbe presto aumentare ed è per questo che il problema emerso nelle ultime ore assume una notevole importanza.

Pensioni dipendenti pubblici: lo Stato “dimentica” di versare la quota aggiuntiva di contributi?

Per incentivare il ricorso alla previdenza complementare è stato previsto un meccanismo che obbliga lo Stato a versare un contributo aggiuntivo dell’1% del TFR in favore del fondo Perseo-Sirio.

Tuttavia, come rivelato dal sindacato autonomo Confintesa - e pubblicato dal Messaggero - ad oggi però questo contributo aggiuntivo non è mai stato versato.

Una mancanza confermata lo scorso 25 marzo da Wladimiro Boccali, Presidente del fondo Perseo-Sirio, il quale ha chiesto al Governo e all’Aran di avviare le procedure per il riconoscimento del contributo aggiuntivo previsto dalla legge in favore dei dipendenti pubblici che versano il TFR nel fondo di previdenza complementare.

Si tratta dell’ultimo di una lunga serie di solleciti, in quanto sono ormai più di due anni - 2019, 2020 e inizio 2021 - che ai lavoratori pubblici iscritti al Perseo-Sirio non viene riconosciuto il contributo aggiuntivo dell’1% del TFR in quanto i soldi sono “bloccati” presso il MEF.

Il motivo di questo stallo però non è chiaro: il sindacato Confintesa, infatti, ritiene che la colpa sia della mancata approvazione dell’apposito decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Come spiegato da Boccali, invece, nonostante le norme attuative garantite dal decreto anti-crisi (il n°104/2020) le risorse sono ferme nelle casse del Ministero dell’Economia per un problema che sembra essere di tipo burocratico.

A conferma di questa tesi ci sarebbe la mail inviata da Giampiero Ricciardi, ispettore generale capo del bilancio del fondo Perseo-Sirio. Questo, infatti, spiega che prima di poter procedere con il versamento del contributo aggiuntivo al fondo è necessario stabilire quanto deve riconoscere ogni singolo ministero.

Ed è proprio qui che si blocca la procedura. Il conteggio riguardo a quanto ogni amministrazione deve versare, infatti, dovrebbe essere effettuato sulla base dei dati in possesso della “Direzione dei sistemi informativi del Dipartimento dell’Amministrazione generale del MEF”, ossia l’ufficio che si occupa di elaborare le buste paga per il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici.

I dati per effettuare il calcolo, quindi, dovrebbero già essere in possesso del Ministero dell’Economia, il quale però a sua volta attribuisce la colpa alle singole amministrazioni dicendo di essere ancora in attesa di ricevere le informazioni di cui necessita. Insomma, un “pasticcio” burocratico con i dipendenti pubblici a farne le spese.

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