Se hai iniziato a lavorare dopo il 1996 se considerato un contributivo puro. Ecco quali requisiti devi soddisfare per andare in pensione.
Negli ultimi anni, il tema della pensione per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 è diventato sempre più centrale, soprattutto alla luce delle previsioni poco incoraggianti sul futuro del sistema previdenziale.
Secondo un’analisi della Corte dei Conti assicurarsi una pensione dignitosa per chi oggi ha circa quarant’anni sarà estremamente complicato. Lo stesso Consiglio nazionale dei giovani, in collaborazione con Eures, ha evidenziato come per chi ha meno di 35 anni l’accesso alla pensione potrebbe avvenire solo dopo i 70 anni.
Questa situazione è una conseguenza diretta del sistema contributivo, introdotto nel 1996 in sostituzione del sistema retributivo. Tale sistema si applica integralmente a chi ha iniziato a lavorare dopo questa data e non può vantare contributi antecedenti.
Il sistema contributivo ha un impatto significativo sia sull’importo della pensione - con regole che possono incidere pesantemente sull’assegno - che sull’età di pensionamento. I cosiddetti contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 in poi, devono infatti attenersi a regole specifiche, diverse da quelle applicate a chi rientra nel regime misto o retributivo.
Per chi è nato dopo gli anni ‘80, è essenziale conoscere le normative attuali per capire quando e come potrà smettere di lavorare. A tal proposito, offriamo una panoramica aggiornata delle misure in vigore, ricordando che i requisiti potrebbero subire variazioni, dato che il nostro sistema prevede un adeguamento biennale dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita. Il prossimo aggiornamento è previsto per il 1° gennaio 2027.
Pensione di vecchiaia per i contributivi puri
Anche per coloro che hanno il primo contributo accreditato dopo il 1° gennaio 1996 è possibile accedere alla pensione di vecchiaia. Quindi, chi è in possesso dei 20 anni di contribuzione può smettere di lavorare al compimento dei 67 anni di età (soglia che nel frattempo verrà adeguata alla speranza di vita).
Tuttavia, rispetto a coloro che rientrano nel regime retributivo o misto, è prevista un’ulteriore condizione per l’accesso alla pensione di vecchiaia; nel dettaglio, è necessario che l’importo della pensione risulti non inferiore a 1 volta l’importo dell’Assegno sociale.
Per intenderci, questo nel 2025 ha un importo pari a 538,69 euro: quindi affinché un contributivo puro oggi possa andare in pensione a 67 anni è necessario che la pensione maturata sia pari o superiore a 7.002,97 euro annui.
Pensione di vecchiaia, l’opzione riservata ai contributivi puri
C’è poi una seconda opzione di pensione di vecchiaia riservata esclusivamente a coloro che non hanno contributi accreditati entro il 31 dicembre 1995.
Ai contributivi puri che non soddisfano i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia viene infatti data la possibilità di poter smettere di lavorare a 71 anni, indipendentemente dall’importo dell’assegno maturato e con soli 5 anni di contributi.
Anche in questo caso il limite anagrafico è soggetto ad adeguamento con le speranze di vita, quindi è probabile che tra qualche anno la soglia di accesso sarà ben più alta rispetto ai 71 anni attuali.
Pensione anticipata, per i contributivi stessi requisiti degli altri lavoratori
Non ci sono requisiti aggiuntivi, invece, per la pensione anticipata, in quanto anche chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 può andare in pensione al raggiungimento dei:
- 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini);
- 41 anni e 10 mesi di contributi (donne).
Il tutto indipendentemente dall’età anagrafica. Per quanto riguarda la pensione anticipata a essere soggetto ad adeguamento è il requisito contributivo, ma va detto che il prossimo aggiornamento non ci sarà prima del 1 gennaio 2027.
Non possono invece accedere alla pensione anticipata precoci, Quota 41, i contributivi puri, visto che almeno un contributo settimanale (dei 41 anni richiesti) deve risultare accreditato entro il 31 dicembre 1995.
Pensione anticipata, l’opzione riservata ai contributivi puri
Così come per la pensione di vecchiaia, anche per quella anticipata esiste un’opzione riservata ai contributivi puri. Si tratta di una misura che a fronte di 25 anni di contributi consente di anticipare il pensionamento rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, a patto però di poter dimostrare di essersi assicurati un assegno sufficiente per vivere.
Con la pensione anticipata contributiva il diritto alla pensione si raggiunge all’età di 64 anni, ma solo per coloro che grazie ai contributi versati nel corso dell’attività lavorativa hanno maturato un assegno di importo superiore a 3 volte l’importo mensile dell’Assegno sociale.
A oggi, quindi, questa opzione sarebbe a disposizione solo per coloro che hanno un assegno non inferiore ai 1.616,07 euro mensili (21.008,91 euro l’anno), un importo a cui solo chi ha avuto una carriera stabile e ben retribuita può aspirare.
Per le donne con un figlio il limite è di 2,8 volte, quindi 1.508,33 euro mensili (19.608,32 euro annui), mentre per quelle con due figli è di 2,6 volte, quindi 1.400,59 euro mensili (18.207,72 euro annui).
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