Pensioni, la conferma di Palazzo Chigi: cosa ci sarà in manovra

Alessandro Nuzzo

14/10/2023

Dopo l’incontro con le parti sociali il governo ha diramato una nota dove ha chiarito le priorità da inserire nella prossima legge di Bilancio.

Pensioni, la conferma di Palazzo Chigi: cosa ci sarà in manovra

Siamo quasi alle battute finali per la prossima legge di Bilancio che dovrebbe arrivare in consiglio dei Ministri il prossimo lunedì. Poi occhi puntati sull’iter in Parlamento con la premier Giorgia Meloni che ha chiesto di ridurre al minimo di emendamenti per arrivare ben presto ad una conclusione.

Intanto ieri l’esecutivo ha avuto un incontro con le parti sociali per discutere delle misure da inserire nella prossima manovra. Assente Giorgia Meloni per i suoi impegni istituzionali in Africa, per il governo erano presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo.

Dall’altro lato del tavolo tutti i rappresentanti delle principali sigle sindacali. Al termine dell’incontro, Palazzo Chigi tramite una nota ha comunicato quelle che saranno le priorità in vista della prossima manovra.

Priorità a redditi e pensioni più bassi

Priorità assoluta del governo su pensioni e redditi bassi per contrastare gli effetti dell’inflazione. Questo è il primo obiettivo dell’esecutivo per la prossima legge di Bilancio. Occhi puntati sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo e l’anticipo della riforma dell’Irpef prevista dalla delega fiscale. Inoltre incentivi per la natalità e il lavoro femminile, risorse per la sanità e il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione scaduti da tempo.

Sono queste le priorità dettate dal governo. Una manovra da 22 miliardi di euro di cui 15,7 in deficit. La maggior parte del budget sarà sulla riduzione del cuneo fiscale (9 miliardi). Poi 4 miliardi sulla nuova Irpef a tre aliquote, circa 5 miliardi per il rinnovo dei contratti della Pa, 3 miliardi per il comparto sanitario e 1 miliardo per il pacchetto famiglie. Con queste priorità e queste cifre stanziate resterà poco margine al governo per ulteriori operazioni.

Il parere dei sindacati

C’è chi è uscito soddisfatto e chi invece non è d’accordo con le prossime mosse del governo dall’incontro avuto con le parti sociali. Uno dei più scontenti il segretario CGIL Maurizio Landini che non si è presentato al vertice ed ha annunciato battaglia se la manovra resterà così com’è. A confermare la posizione il segretario confederale Cgil Christian Ferrari: «È andata male, avevano chiesto l’apertura di un confronto, invece ci siamo trovati di fronte ad un’informativa, peraltro lacunosa e generica. Si prospetta una manovra all’insegna del ritorno all’austerità, totalmente inadeguata ad affrontare le emergenze sociali del Paese», ha detto.

Positivo invece il giudizio della Cisl. «Abbiamo apprezzato la disponibilità del governo a presentare i primi orientamenti e contenuti della legge di bilancio e di acquisire nostre proposte e priorità prima che il provvedimento venga portato in consiglio dei ministri. Sul merito troviamo recepite molte proposte e priorità che in questi mesi abbiamo indicato come Cisl», le parole del segretario Luigi Sbarra.

Critica a sanità e previdenza da parte della Uil. «Ci sono 3 miliardi per la sanità, che non sono sufficienti: la sanità va salvaguardata perché riguarda la vita delle persone. Non c’è niente sulla previdenza, dicono che rinnoveranno quota 103, ma non viene fatta menzione della rivalutazione piena delle pensioni e temiamo ci possa essere ancora la tentazione del ricorso alle pensioni come bancomat. Anche su Opzione donna non c’è nulla», ha detto il segretario confederale della Uil Domenico Proietti.

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