In arrivo un nuovo aumento delle pensioni? Dipende dai risultati del concordato preventivo biennale. In ogni caso sarebbe solo per chi prende più di 2.153 euro lordi mensili.
Presto verranno resi noti i dati definitivi sulle adesioni al concordato preventivo, un risultato che in qualche modo interesserà anche i pensionati. Il governo Meloni ha infatti legato l’introduzione di un nuovo bonus su buste paga e pensioni a quanto verrà raccolto dal concordato preventivo: solo nel caso in cui dovessero esserci sufficienti risorse si potrà provvedere a riconoscere un nuovo aumento che nel migliore dei casi sarà di circa 36 euro netti al mese.
L’operazione ricalca quanto già fatto con la legge di Bilancio 2024 quando il governo ha tagliato l’Irpef per i redditi superiori a 15.000 euro, pensioni comprese. Una riduzione che nella migliore delle ipotesi ha assicurato un aumento appena superiore a 21 euro al mese, che l’Inps ha provveduto a riconoscere a partire da marzo scorso (pagando anche gli arretrati per le mensilità precedenti in quanto la nuova Irpef decorre da gennaio 2024).
Adesso il governo vorrebbe tagliare anche le imposte per i redditi più alti, una buona notizia per le pensioni il cui importo supera i 2.153 euro. Un’operazione che nella migliore delle ipotesi potrebbe garantire un aumento di 440 euro l’anno, poco più di 36 euro al mese. Ma come anticipato è ancora presto per potersi sbilanciare, visto che tutto dipende da come è andato il concordato preventivo (per quanto il governo al momento sembra essere soddisfatto).
Così il governo vuole aumentare le pensioni di chi prende più di €2.153 al mese
Nel 2024 a beneficiare del taglio Irpef sono stati tutti coloro con reddito superiore a 15.000 euro, con una pensione quindi superiore a 1.153 euro lordi mensili. Infatti il governo ha tagliato l’aliquota Irpef applicata per la parte di reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, equiparandola a quella prevista per il primo scaglione di reddito.
Di fatto, si è scesi dal 25% al 23%, con un risparmio del 2% calcolato sulla parte di reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro. Un vantaggio che quindi nel migliore dei casi è stato pari a 260 euro l’anno per coloro che hanno un reddito superiore a 28.000 euro (ma fino a 50.000 euro, in quanto sopra questa soglia il governo ha sterilizzato i vantaggi del taglio Irpef tagliando dalle detrazioni).
Più nel dettaglio, per le pensioni ne è generato un risparmio pari a:
Importo pensione lorda | Risparmio mensile Irpef | Risparmio annuo Irpef |
---|---|---|
Sotto i € 1.153 | --- | --- |
€ 1.200 | € 1 | € 12 |
€ 1.400 | € 5,33 | € 64 |
€ 1.600 | € 9,66 | € 116 |
€ 1€.800 | € 14 | € 168 |
€ 2.000 | € 18,33 | € 220 |
€ 2.153 e superiori* | € 21,66 | € 260 |
* ma entro i € 3.846.
Adesso il governo vuole fare ancora meglio, concentrandosi sui redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro per i quali l’aliquota Irpef è pari al 35%. L’intenzione - concordato preventivo permettendo - è di scendere al 33%.
Un altro taglio del 2% quindi che tuttavia si applicherebbe su una forbice più ampia di reddito, ben 22.000 euro, con un risparmio che nel migliore dei casi sarebbe di 440 euro l’anno. Ecco una tabella che anticipa quelli che potrebbero essere gli aumenti previsti nel caso in cui il governo dovesse riuscire in questa operazione:
Pensione annua lorda | Pensione mensile lorda | Risparmio annuo lordo | Risparmio mensile lordo |
---|---|---|---|
€ 29.000 | € 2.230 | € 20 | € 1,67 |
€ 32.000 | € 2.461 | € 80 | € 6,67 |
€ 34.000 | € 2.615 | € 120 | € 10,00 |
€ 36.000 | € 2.769 | € 160 | € 13,33 |
€ 38.000 | € 2.923 | € 200 | € 16,67 |
€ 40.000 | € 3.076 | € 240 | € 20,00 |
€ 42.000 | € 3.230 | € 280 | € 23,33 |
€ 44.000 | € 3.384 | € 320 | € 26,67 |
€ 46.000 | € 3.538 | € 360 | € 30,00 |
€ 48.000 | € 3.692 | € 400 | € 33,33 |
€ 50.000 | € 3.846 | € 440 | € 36,67 |
Di fatto per un aumento più consistente bisogna guardare alle pensioni già sopra i 3.000 euro, visto che sotto questa soglia spettano una decina di euro in più ogni mese, per quanto comunque va detto che gli importi indicati in tabella si aggiungono a quanto già risparmiato nel secondo scaglione, per il quale l’aliquota del 23% è stata confermata dalla legge di Bilancio 2025. Pertanto, dalla somma delle due misure, per una pensione di circa 3.800 euro lordi ne spetterebbe un aumento mensile superiore a 50 euro netti.
Una misura questa che andrebbe quindi a vantaggio dei redditi più elevati, mentre per le pensioni più basse - sulle quali è bene sottolineare l’imposta applicata è comunque già molto bassa merito anche delle detrazioni previste - non ci sarebbero conseguenze significative.
Come è andato il concordato preventivo?
Per capire quante possibilità ci sono affinché il governo possa procedere con il nuovo aumento delle pensioni bisogna quindi guardare ai risultati del concordato preventivo sul quale tuttavia non disponiamo dei dati definitivi dal momento che il ministero dell’Economia sta ancora elaborando le adesioni che si sono chiuse il 31 ottobre scorso.
Dalle prime anticipazioni comunque sembra che siano state oltre 500 mila le Partite Iva che hanno detto sì al concordato preventivo biennale, con un guadagno per il governo di 1,3 miliardi di euro (dato che appunto non è ancora definitivo). Queste cifre soddisfano il governo, ma potrebbero non bastare per procedere a un nuovo taglio dell’Irpef.
Secondo le stime, infatti, questi soldi saranno appena sufficienti per procedere con un taglio dell’1% dell’Irpef. In tal caso i guadagni sulle pensioni sarebbero i seguenti:
Pensione annua lorda | Pensione mensile lorda | Risparmio annuo lordo | Risparmio mensile lordo |
---|---|---|---|
€ 29.000 | € 2.230 | € 10 | € 0,83 |
€ 32.000 | € 2.461 | € 40 | € 3,33 |
€ 34.000 | € 2.615 | € 60 | € 5,00 |
€ 36.000 | € 2.769 | € 80 | € 6,67 |
€ 38.000 | € 2.923 | € 100 | € 8,33 |
€ 40.000 | € 3.076 | € 120 | € 10,00 |
€ 42.000 | € 3.230 | € 140 | € 11,67 |
€ 44.000 | € 3.384 | € 160 | € 13,33 |
€ 46.000 | € 3.538 | € 180 | € 15,00 |
€ 48.000 | € 3.692 | € 200 | € 16,67 |
€ 50.000 | € 3.846 | € 220 | € 18,33 |
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