Assegni di invalidità e pensioni di reversibilità: penalizzazione per coloro che percepiscono altri redditi, l’Inps ufficializza le nuove soglie per la cumulabilità.
Pensioni: l’Inps ha ufficializzato le soglie di cumulabilità tra pensione e altri redditi, un’informazione particolarmente importante per coloro che percepiscono un assegno di invalidità o per i superstiti a cui è stata riconosciuta la pensione di reversibilità.
Si tratta di un sistema in vigore dal 1996 che nel 2020 viene inevitabilmente aggiornato: con la variazione della pensione minima, rivalutata allo 0,4%, cambiano infatti anche gli importi delle varie soglie.
Un sistema, quello introdotto dal Governo Dini, che penalizza coloro che hanno redditi elevati ai quali non viene riconosciuto il 100% dell’assegno di invalidità o della pensione di reversibilità. Per questi, infatti, si applica un taglio significativo dell’assegno di pensione.
Vediamo quindi cosa cambia nel 2020 per pensione di invalidità e di reversibilità, novità che ricordiamo vale solamente per coloro che oltre al trattamento previdenziale percepiscono anche altri redditi.
Pensione di invalidità: come cambia in presenza di altri redditi
Così com’è stato negli anni scorsi, anche dal 1° gennaio 2020 la pensione di invalidità per coloro che percepiscono anche altri redditi verrà corrisposta in misura solamente parziale.
Prima di vedere in che modo è bene ricordare il nuovo importo della pensione minima, rivalutata dello 0,4% dal 1° gennaio prossimo, in quanto è questa la base di partenza per calcolare la rimodulazione. Nel dettaglio, il trattamento minimo è salito a 515,07€ (rispetto ai 513,01€ del 2019). È questa la novità: come vedremo meglio di seguito, infatti, è proprio dall’importo del trattamento minimo che dipende la misura del taglio.
Ebbene, per quanto riguarda l’assegno di invalidità viene stabilito che per coloro che percepiscono altri redditi da lavoro pari o superiori a 4 volte il trattamento minimo - quindi a circa 2.060€ - viene effettuato un taglio del 25%. La pensione di invalidità viene allora riconosciuta solamente per il 75% del totale.
Il taglio è persino più severo per coloro che hanno redditi da lavoro superiori alle 5 volte il trattamento minimo - 2.570€ circa - per i quali l’assegno di invalidità spetta solamente per il 50%.
Pensione di reversibilità: cosa cambia nel 2020
Anche per la pensione di reversibilità viene attuato un taglio simile a quello degli assegni di invalidità.
Nel dettaglio, quando i redditi Irpef dei superstiti non superano di 4 volte il trattamento minimo - per un valore annuo di circa 26.780€ - la pensione di reversibilità viene ridotta del 25%. Un taglio del 40% si ha invece per coloro che hanno un reddito compreso tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo; quando invece si superano i 2.570€ mensili, nonché i 33.400€ annui (circa), l’assegno spetta solo per la metà.
Prendiamo come esempio una donna con un figlio minore a cui dopo la morte del marito è stata riconosciuta una pensione di reversibilità pari all’80% di quanto sarebbe spettato al defunto.
Ebbene, se questa ha già un lavoro o altre entrate tali da superare i 27.000€ annui, la pensione di reversibilità avrà un importo pari al 48% di quanto sarebbe spettato al marito. Avrebbe diritto solo al 40%, invece, nel caso in cui il reddito Irpef percepito fosse superiore alle 5 volte il trattamento minimo.
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