Pensioni marzo 2025, quando arrivano i soldi? Ecco chi li prende più tardi (e perché)

Simone Micocci

24 Febbraio 2025 - 10:07

Pensione di marzo pagata in ritardo? Non per tutti. Ecco chi la riceve sabato 1 marzo e chi invece dovrà attendere fino al lunedì successivo.

Pensioni marzo 2025, quando arrivano i soldi? Ecco chi li prende più tardi (e perché)

Meno soldi e più tardi: non ci sono buone notizie per i pensionati che il mese prossimo dovranno attendere qualche giorno in più per il pagamento della pensione.

Va detto che non si tratta di un “ritardo” generalizzato: ci sono, infatti, pensionati che ricevono i soldi regolarmente il primo giorno bancabile del mese, altri che invece dovranno avere maggiore pazienza. Per il pagamento delle pensioni di marzo, infatti, è necessario dividere i pensionati in due differenti categorie: quelli che hanno l’accredito su conto corrente postale rispetto a quelli che invece ricevono la pensione su conto corrente bancario.

Una differenza che può sembrare di poco conto ma che invece può comportare uno slittamento della data di pagamento delle pensioni tra l’una e l’altra categoria. La ragione è che per banche e poste i giorni considerati “bancabili”, in cui quindi vengono effettuate operazioni finanziarie, non sono gli stessi. E dal momento che il pagamento delle pensioni avviene il primo giorno bancabile del mese - con l’eccezione di gennaio, quando viene slittato di un giorno - aver scelto un conto corrente bancario piuttosto che postale potrebbe essere determinante.

Quando vengono pagate le pensioni a marzo

Come anticipato, la regola generale prevede che il pagamento delle pensioni avvenga il primo giorno bancabile di ogni mese. Un’indicazione che quindi esclude tutte quelle giornate festive, come pure le domeniche.

E i sabati? Qui bisogna appunto fare una distinzione tra poste e banche, visto che solamente nel primo caso il sabato è considerato un giorno bancabile (basti vedere che gli uffici postali, seppur per mezza giornata, sono aperti). Ciò significa che le pensioni pagate da Poste Italiane possono arrivare anche di sabato, mentre in banca l’accredito avviene tra il lunedì e il venerdì.

Non ci sono quindi problemi quando il primo giorno bancabile del mese coincide con un giorno compreso tra il lunedì e il venerdì, visto che tutti i pensionati prendono i soldi regolarmente. Quando invece cade di sabato, solo chi ha l’accredito in Posta riceve quanto gli spetta, mentre per la banca si rinvia al lunedì successivo (sempre se non festivo ovviamente).

Ecco spiegata, quindi, la ragione per cui le pensioni di marzo arrivano in ritardo per alcuni pensionati. Dal momento che l’1 marzo è un sabato, chi ha scelto la Posta come intermediario per il pagamento riceve immediatamente quanto gli spetta, il che vale anche per coloro che hanno richiesto l’accredito in contanti direttamente allo sportello. Tutti coloro che invece hanno la pensione accreditata su conto corrente bancario dovranno attendere fino a lunedì 3 marzo.

Perché la pensione di marzo non solo arriva tardi, ma è anche più bassa

Ricordiamo che le pensioni di marzo 2025 saranno più basse rispetto ai mesi precedenti perché tornano le trattenute per le addizionali comunali, che vengono applicate in acconto per l’anno in corso. Dopo gennaio e febbraio, in cui l’importo netto è stato più alto, i pensionati vedranno una riduzione dovuta alle imposte locali che incidono direttamente sul cedolino.

Il meccanismo è semplice: l’addizionale comunale si paga in due momenti, una parte in acconto per l’anno in corso e una parte a saldo per l’anno precedente. Il saldo viene già trattenuto da gennaio a novembre, mentre l’acconto inizia proprio a marzo e dura fino a novembre. Questo significa che chi percepisce una pensione, oltre a pagare quanto dovuto per il 2024, inizierà a versare anche il 30% della quota relativa al 2025, con un impatto immediato sull’importo netto dell’assegno.

L’effetto di questa trattenuta varia a seconda del Comune di residenza e dell’importo della pensione. Ad esempio, un pensionato con una pensione lorda di 1.500 euro e residente a Roma, dove l’aliquota comunale è dello 0,9%, vedrà una riduzione di circa 11 euro al mese, mentre un pensionato con la stessa pensione a Milano, dove l’aliquota è dello 0,8%, non subirà trattenute perché l’addizionale si applica solo sopra i 23.000 euro di reddito annuo. Per chi percepisce una pensione lorda di 2.500 euro a Milano, invece, la riduzione sarà di circa 21 euro al mese.

Questa decurtazione si ripeterà fino al cedolino di novembre, rendendo quella di marzo la prima pensione dell’anno a subire un taglio netto rispetto ai mesi precedenti.

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