Pensioni: minimali e massimali contributivi aggiornati al 2021

Antonio Cosenza

31/01/2021

Ultime notizie pensioni: con la circolare 10/2021 l’INPS ha fatto chiarezza su minimali e massimali contributivi in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021.

Pensioni: minimali e massimali contributivi aggiornati al 2021

Pensioni, ultime notizie: con la circolare INPS 10/2021 sono stati aggiornati i minimali e i massimali contributivi in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021.

Un consueto appuntamento, in quanto l’INPS ogni anno aggiorna - tenendo conto dei dati riguardanti l’inflazione - i valori di riferimento per il calcolo della contribuzione dovuta dagli assicurati nelle varie gestioni; si tratta, quindi, di un’informazione molto importante per i lavoratori dipendenti, sia per quelli del settore pubblico che per chi è impiegato nel privato, in quanto è da questa che dipende la futura liquidazione della pensione.

Il legislatore ha stabilito che l’importo dei contributi da dover versare per la controprestazione lavorativa non possa comunque essere inferiore a determinati limiti. Quindi, indipendentemente dall’effettiva retribuzione percepita dal lavoratore, i contributi dovuti non possono essere al di sotto di una certa soglia, la quale appunto viene aggiornata ogni anno dall’INPS tenendo conto della variazione dell’indice dei prezzi. Ed è proprio per questo motivo - vista la crescita zero causata dalla crisi economica - che i valori dei minimali, ma anche dei massimali, per il 2021 sono rimasti invariati rispetto allo scorso anno.

Vediamo, quindi, quali sono queste soglie analizzando quanto descritto dalla circolare INPS 10/2021.

Pensioni: minimale contributivo 2021

Partiamo appunto dall’analizzare i minimali contributivi per il 2021, ricordando che a tal proposito l’articolo 1 del decreto legge 338/89 stabilisce che la retribuzione di riferimento in quanto base per il calcolo dei contributi previdenziali non può essere in ogni caso inferiore alle retribuzioni stabilite dalle leggi e dai contratti collettivi o individuali.

A tal proposito, la legge prevede anche che il reddito da lavoro dipendente da assoggettare a contribuzione debba essere aumentato - se inferiore - fino al raggiungimento del 9,5% della pensione minima in vigore, ossia il cosiddetto minimo dei minimi.

E nel 2021 il minimale giornaliero da assoggettare a contributi è fissato a 48,98€, ossia il 9,5% di 515,58€ (importo della pensione minima). E lo stipendio minimo contributivo mensile, calcolato moltiplicando per 26 giornate il minimale giornaliero, è pari a 1.273,48€.

Pensioni, minimale con il part-time

Nel caso del part-time, la retribuzione minima oraria è così determinata:

  • moltiplicare il minimale giornaliero (48,98€) per il numero di giornate di lavoro a orario normale (che solitamente è pari a 6, mentre solo in alcune circostanze si ferma a 5);
  • dividere il prodotto per il numero di ore di orario normale settimanale previste dal contratto collettivo nazionale.

A tal proposito, se si considera un orario settimanale di 40 ore, ne risulta che per il part-time il minimale orario per il 2021 è pari a 7,35€ (nel caso di settimana lavorativa di 6 giorni) o 6,12€ (nel caso di 5 giorni).

Pensioni: limiti per accredito settimanale

Il limite per l’accredito completo dei contributi obbligatori e figurativi settimanali è pari al 40% del trattamento minimo. Per questo motivo si tratta di 206,23€ settimanali, per un totale di 10.724€ l’anno. E in caso di retribuzioni annue inferiori alla suddetta soglia, l’INPS dovrà accreditare un numero di contributi settimanali che sia proporzionale, andando a ridurre l’anzianità annua.

Pensioni: massimale contributivo 2021

Per il massimale contributivo vale quanto detto per il minimale: non ci sono variazioni rispetto al 2020, quindi per i nuovi assicurati dal 1° gennaio 1996 - ossia per chi rientra interamente nel regime contributivo - non vi è alcun versamento di contributi previdenziali per le retribuzioni che eccedono la soglia dei 103.055,00€.

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