Nella nota di aggiornamento al DEF si parla anche di pensioni: nella manovra ci saranno le proroghe per Opzione Donna e l’Ape Sociale. Nessuna novità per Quota 100.
Pensioni: con l’approvazione della nota di aggiornamento al DEF 2019 sono più chiare le novità che ci attendono per il 2020 sul fronte previdenziale. Dopo settimane di indiscrezioni e dichiarazioni ufficiali, infatti, il Governo ha finalmente fatto chiarezza su quali novità per le pensioni faranno parte della prossima Legge di Bilancio.
Vi anticipiamo che nella nota di aggiornamento al DEF non si parla di Quota 100: questo significa che, salvo sorprese, il Governo non intende “fare cassa” tagliando le risorse a disposizione per la pensione anticipata a 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Ci sono, come più volte vi abbiamo anticipato, interventi mirati a tutelare quelle categorie di lavoratori che - vista la loro posizione di svantaggio - meritano una maggiore flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro. Ad esempio, per le lavoratrici è confermata la proroga di Opzione Donna.
Vediamo quindi cosa dobbiamo aspettarci nel 2020 sul fronte pensioni analizzando quanto stabilito nella nota di aggiornamento del DEF 2019, ultimo passo prima della definizione della Legge di Bilancio per il 2020.
Pensioni, novità 2020: cosa ci dice la nota di aggiornamento al DEF
Nella nota di aggiornamento al DEF 2019, quindi, vengono svelati i primi interventi di natura previdenziale che il Governo intende introdurre con l’approvazione della prossima manovra finanziaria. Nel dettaglio, nella parte dedicata al “Mercato del lavoro, politiche attive e sociali”, il Governo prevede:
“Rinnovamento dell’istituto di natura previdenziale cosiddetto Opzione Donna e Ape Sociale, e l’incremento del Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia per i giovani”.
Confermate quindi le parole del Presidente dell’Inps - Pasquale Tridico - il quale nei giorni scorsi aveva annunciato l’introduzione di un fondo pubblico per la pensione integrativa; una misura che servirà anche per riconoscere una pensione di garanzia per i giovani.
Conferma anche per la misura introdotta nella precedente legislatura dal Governo di centrosinistra per garantire maggiore flessibilità di uscita dal lavoro ad alcune categorie di lavoratori: l’Ape Sociale, ossia l’anticipo pensionistico con il quale si può smettere di lavorare - percependo un’indennità sostitutiva alla pensione per gli anni che mancano al collocamento in quiescenza - all’età di 63 anni.
È necessario, inoltre, far parte di alcune categorie, quali:
- disoccupati;
- invalidi al 74%;
- assistenza a disabili;
- lavoratori gravosi.
Per le prime tre categorie sono sufficienti 30 anni di contributi per l’accesso all’Ape Sociale; per i gravosi, invece, ne sono necessari 36.
Senza la proroga, quindi, l’Ape Sociale non sarà più utilizzabile dal 1° gennaio 2020; sembra comunque che un rinnovo ci sarà, come ci conferma il NaDEF, ma non sappiamo se solo per il 2020 oppure se (ipotesi ad oggi poco probabile) questa misura diventerà strutturale.
Una proroga ci sarà anche per l’Opzione Donna. In realtà in questo caso più che di “proroga” si dovrebbe parlare di “estensione”: con la Legge di Bilancio 2020, infatti, l’accesso alla misura sarà esteso alle lavoratrici nate nel 1961 (se dipendenti) e nel 1960 (se autonome).
Ad oggi, infatti, possono accedere ad Opzione Donna solamente coloro che raggiungono i requisiti richiesti - 58 anni (dipendenti) e 59 anni (autonome) di età e 35 anni di contributi - entro la data del 31 dicembre 2018. Con la proroga, questa data dovrebbe slittare di un anno, con la possibilità di maturare i requisiti previsti entro l’anno in corso.
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