Pensioni: secondo Bagnai l’accesso al Recovery Fund avrà ripercussioni sul nostro sistema pensionistico. Nuova riforma in arrivo?
Riforma pensioni: molti temono che dalla situazione di emergenza - sanitaria, ma anche economica - di questi mesi ne possa nascere una nuova riforma in stile Fornero che, ad esempio, andrebbe a incrementare ulteriormente l’età pensionabile.
Con il Decreto Rilancio l’Italia ha stanziato altri 55 miliardi in deficit, portando il debito al 155,7%. A ciò si aggiunge un calo del PIL dell’8%, con perdite di 126 miliardi rispetto al 2019 (il tutto è messo nero su bianco nel nuovo Documento di economia e finanza). A questo si aggiunge il probabile ricorso al Recovery Fund che - come sostenuto dall’economista Alberto Bagnai - obbligherà l’Italia a prevedere una serie di riforme.
Una situazione che inevitabilmente influirà sulle prossime manovre finanziarie, con conseguenze possibili sulle pensioni. Perché in questa situazione difficilmente l’Italia potrà continuare a sostenere una spesa previdenziale che ancora oggi è tra le più alte d’Europa.
Ecco perché il rischio che nei prossimi mesi il Governo possa mettere mano al sistema pensionistico italiano con l’obiettivo di ridurre la spesa pensionistica è concreto. In tal caso sarebbe una vera e propria beffa per coloro che invece speravano in una riduzione dell’età pensionabile, discorso che sindacati e Ministero del Lavoro avevano già avviato prima dello scoppio della pandemia.
Quanto successo, però, ha cambiato le carte in tavola e quella che fino a qualche mese fa doveva essere una riforma delle pensioni volta a superare quanto previsto dalla Legge Fornero, tramite l’introduzione di nuove forme di flessibilità, potrebbe trasformarsi in una riforma dagli stessi obiettivi di quelli raggiunti nel 2011.
Una riforma “stile Fornero” che potrebbe comportare l’incremento dell’età pensionistica, ma anche ad un cambio delle regole per il calcolo dell’assegno (per coloro che decidono di anticiparne l’accesso). Le ipotesi sono molte ma - è bene sottolineare - al momento di concreto non c’è nulla se non alcune indiscrezioni riportate dagli organi di stampa.
Riforma pensioni necessaria con il Recovery Fund
Secondo l’economista Alberto Bagnai (responsabile economia della Lega), gli stessi rischi che avrebbe comportato il ricorso al MES ci sarebbero in caso di accesso al Recovery Fund. Secondo Bagnai, infatti, quello pensato dall’asse Francia-Germania non è un finanziamento a fondo perduto quanto un “piano vincolante di restituzione”, un vero e proprio debito le cui somme saranno distribuite a coloro che si impegneranno di eseguire un’ambiziosa serie di riforme.
Come spiegato da Bagnai ad Adnkronos, quindi, anche con il Recovery Fund ai singoli Paesi verranno chiesti tagli alle pensioni e di servizi pubblici. E l’Italia, che è tra i Paesi dell’UE con la più alta spesa previdenziale, non potrebbe esimersi dall’attuare una nuova riforma delle pensioni.
Riforma pensioni necessaria per l’Italia? Le possibili misure
Nel caso in cui la riforma delle pensioni si rivelasse effettivamente necessaria per l’Italia, a rischiare maggiormente è Quota 100 che potrebbe cessare già dal 1° gennaio 2021, quindi con un anno di anticipo rispetto a quanto previsto dal decreto 6/2019 con la quale è stata introdotta.
D’altronde in Europa sono sempre stati ostili a questa misura di flessibilità, la quale ha fatto sì che la spesa pensionistica facesse un ulteriore balzello in avanti.
Resta poi il rischio di un aumento dell’età pensionabile, anche se in realtà da fonti interne alla maggioranza riferiscono che l’idea di prevedere un nuovo sistema di accesso alla pensione legato alla gravosità degli ultimi lavori svolti non è stato ancora accantonato.
Altra ipotesi quella che vincola l’accesso anticipato alla pensione solamente a coloro che accettano una riduzione dell’assegno pensionistico tramite un ricalcolo dello stesso con il sistema contributivo.
Al momento, quindi, ci troviamo in una fase di valutazione, consapevoli dei rischi che l’accesso ad un sostegno importante come quello offerto dal Recovery Fund (all’Italia spetterebbero circa 100 miliardi) potrebbe comportare sul sistema pensionistico.
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