Pensioni, la riforma potrebbe saltare (per colpa di Renzi)

Antonio Cosenza

16/01/2021

La crisi di Governo mette in stand by la riforma delle pensioni: Quota 102 è a rischio, come tutto il dossier previdenziale.

Pensioni, la riforma potrebbe saltare (per colpa di Renzi)

La riforma delle pensioni viene messa in serio rischio dalla crisi di Governo.

La mossa di Matteo Renzi di far dimettere le due ministre di Italia Viva rischia di avere ripercussioni anche sulle pensioni. Molti i dossier a rischio a causa della crisi di Governo, ma quello sulle pensioni è tra quelli che più sono attesi in quanto serve dare risposte a coloro che dopo Quota 100 rischiano di non avere a disposizione altre misure di flessibilità per andare in pensione in anticipo.

Con la fine di Quota 100 ci sarà uno scalone di cinque anni per chi intende andare in pensione. Come noto, il Ministro del Lavoro ha in mente una riforma e ne sta discutendo con i sindacati: il rischio, però, è che - in ognuno degli scenari possibili riguardante il come si risolverà questa crisi di Governo - la riforma delle pensioni possa essere ormai compromessa.

Vediamo per quale motivo, facendo chiarezza su cosa potrebbe succedere sul fronte pensioni.

Riforma delle pensioni a rischio a causa della crisi di Governo?

Martedì 19 gennaio ne sapremo di più sulla crisi di Governo. Il Premier, infatti, chiederà la fiducia al Senato (dove Italia Viva si asterrà dalla votazione) e in quell’occasione scopriremo se ci sarà una nuova maggioranza grazie al voto dei cosiddetti “costruttori”, oppure se bisognerà pensare a nuove soluzioni per risolvere la crisi di Governo.

In un contesto come questo passa inevitabilmente in secondo piano la riforma della pensioni. Un dossier con cui il Governo si è impegnato a varare una nuova riforma del sistema previdenziale con la quale verrà introdotta un’alternativa a Quota 100, misura di flessibilità che cesserà di esistere dal 1° gennaio prossimo.

Una soluzione sembrava fosse stata trovata con Quota 102, ma il dossier pensioni è molto più ampio in quanto interessa anche altri aspetti del sistema previdenziale, come ad esempio la necessità di pensare ad una pensione di garanzia per chi rientra interamente nel calcolo contributivo della pensione.

Una riforma strutturale che tuttavia richiederà l’appoggio di un’ampia e solida maggioranza: difficile, quindi, che un tale progetto possa essere realizzato con il solo appoggio dei costruttori. E non è da escludere, invece, che nel caso in cui Italia Viva dovesse tornare nella maggioranza ponga come condizione quella di non prevedere misure di flessibilità che possano ulteriormente aumentare la spesa pensionistica. D’altronde Renzi è da sempre il principale detrattore di Quota 100.

Riforma delle pensioni: cosa potrebbe saltare

Ricordiamo che la soluzione sintesi delle varie istanze sembra essere quella che risponde a Quota 102. Una misura che permetterebbe di evitare lo scalone di cinque anni che si verrà a creare con la fine di Quota 100.

Quota 102, infatti, comporterebbe un ritardo di appena due anni rispetto alla misura di flessibilità introdotta dal primo Governo Conte: con questa, infatti, si potrebbe andare in pensione sempre con 38 anni di contribuzione ma non prima del compimento dei 64 anni di età. E rispetto a Quota 100 questa dovrebbe prevedere un taglio dell’assegno per ogni anno di anticipo (si parla di un 3% per ogni anno).

Di fatto, però, la crisi di Governo potrebbe mettere in stand by questo dossier, rinviando l’onere - e gli onori - di riformare il sistema previdenziale ad un Governo con una maggioranza più stabile.

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