Riforma pensioni, Quota 41 per tutti per superare la Legge Fornero: il Movimento 5 Stelle ci riprova.
Sul fronte pensioni il Governo M5S-PD ha deciso di giocare a carte scoperte e, memore anche del fatto che proprio su questo tema Matteo Salvini ha fondato il successo elettorale della Lega, ha scelto di puntare il dito contro la Legge Fornero promettendo il superamento della riforma attuata nel 2011.
A parlare di superamento della Legge Fornero è stato il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, il quale sembra aver avuto indicazioni direttamente dal Movimento 5 Stelle sulla strada da seguire sul fronte pensioni, anche a livello comunicativo.
Notizie come una possibile eliminazione di Quota 100 non hanno fatto altro che mettere in cattiva luce le forze politiche della maggioranza, dando alla Lega uno spunto per attaccarli e guadagnare consensi. Sulle pensioni, quindi, il problema è tanto sociale quanto politico: ecco perché già nel 2020 il Movimento 5 Stelle, che sta vivendo la peggior crisi elettorale della sua storia, ha garantito che verrà avviato un tavolo di concertazione dove sindacati e amministrazione siederanno per individuare la soluzione migliore per rivedere le regole introdotte nel periodo di crisi economica.
Le parole del Ministro del Lavoro hanno dato nuove speranze a coloro che sono da anni del mercato del lavoro e sperano in una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione; specialmente i sindacati sperano che questo cambio di rotta possa portare all’introduzione di quello che è l’obiettivo prefissato da tempo, ossia l’estensione di Quota 41 per tutti i lavoratori.
Pensioni: il superamento della Fornero passa da Quota 41 per tutti
Come molti di voi sapranno, Quota 41 è la misura che consente al lavoratore di accedere alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica; per il collocamento in quiescenza, infatti, sono “sufficienti” 41 anni di contribuzione.
Oggi per accedere a Quota 41 bisogna però soddisfare determinati requisiti. Come prima cosa è necessario far parte della categoria dei lavoratori precoci, ossia aver maturato almeno un anno di contribuzione prima di compiere 19 anni.
In secondo luogo il lavoratore precoce deve far parte di una delle categorie svantaggiate, quali disoccupati, invalidi (al 74%), caregivers, o lavoratori gravosi.
Non è semplice avere contestualmente tutti questi requisiti ed è per questo che oggi solo una piccola percentuale di coloro che accedono alla pensione lo fanno con Quota 41.
Da tempo, però, i sindacati chiedono di estendere Quota 41 a tutti i lavoratori, convinti del fatto che 41 anni di lavoro sono sufficienti per chiunque, indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Anche il Movimento 5 Stelle, così come la Lega, sembravano convinti della bontà di questa proposta, tanto da inserire l’estensione di Quota 41 nel contratto di Governo.
Tuttavia, non è stato possibile procedere con questa misura nel 2019, dove Quota 100 e Reddito di Cittadinanza hanno concentrato su di loro tutte le risorse a disposizione; Lega e Movimento 5 Stelle promisero allora che ci sarebbero state novità in tal senso negli anni successivi, fissando Quota 41 per tutti come l’obiettivo finale della riforma delle pensioni.
Il cambio di maggioranza e di Governo ha però rimesso tutto in discussione, con il Partito Democratico che si è detto contrario ad una riforma delle pensioni che garantisca una maggiore flessibilità per tutti.
Adesso le carte in tavola sembrano essere cambiate, con lo stesso M5S che apre al PD per la stipula di un nuovo contratto di Governo nel 2020: saranno i dem, che sul piano elettorale non vivono comunque il loro miglior momento, a decidere se rivedere la loro posizione aprendo alla possibilità di superare la Fornero partendo da riconoscere a tutti una strada per il pensionamento ulteriore, accessibile al raggiungimento dei 41 anni di contributi.
Un provvedimento che andrebbe così a superare quanto previsto attualmente dalla pensione anticipata, la quale riconosce l’accesso alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne); e in quel caso sì che si potrebbe parlare di un primo superamento della Legge Fornero.
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