Riforma delle pensioni, parla Borghi (Lega): “Direi stop alla rivalutazione per chi ha una pensione regalata. Su Quota 103 possiamo andare solo verso un miglioramento”.
Claudio Borghi, capogruppo della Lega in Commissione Bilancio al Senato, ha parlato di Def e pensioni svelando - in parte - quale sarà la linea che il governo dovrà seguire nei prossimi mesi.
Come già abbiamo avuto modo di spiegare, nel Documento di economia e finanza non c’è alcun riferimento alle misure che il governo conta di finanziare con la prossima legge di Bilancio. Il che ha fatto pensare che ciò possa nascondere una nuova riforma “di lacrime e sangue” come quella firmata Fornero nel 2011, ipotesi che Borghi - intervistato da Affaritaliani.it ha respinto al mittente.
Nel dettaglio, colui che insieme a Giorgetti ha definito la politica economica della Lega, ha spiegato che il Def “in bianco” - come è stato definito in queste ore - non è altro che una conseguenza del fatto che le regole Ue non sono ancora chiare nel dettaglio. Così come non è possibile sapere quali saranno le decisioni prese dalla Bce in merito all’allentamento dei tassi di di interesse (un primo taglio potrebbe esserci a giugno).
Per questo motivo è ancora presto per rispondere alla domanda su cosa ci sarà nella legge di Bilancio 2024, per quanto lo stesso Borghi, in linea con il pensiero del ministro dell’Economia Giorgetti e della presidente del Consiglio Meloni, ha ribadito che l’intenzione del governo è quella di confermare il taglio del cuneo fiscale in busta paga.
Lato pensioni, le anticipazioni date sono più sommarie, con Borghi che si è limitato a fornire un proprio parere riguardo al ritorno del meccanismo originario di rivalutazione, come pure su cosa ne sarà di Quota 103.
Rivalutazione pensioni, tornano le vecchie regole?
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, nel Def è stata prevista un’inflazione dell’1,6% per il 2024, dato che se confermato sarà utilizzato anche per aumentare le pensioni.
Tuttavia, c’è l’incognita legata a quali sono le regole di rivalutazione che verranno utilizzate. La stretta al meccanismo che adegua l’importo delle pensioni al costo della vita apportata dal governo Meloni, infatti, per il momento è in vigore solamente nel 2024.
Nel 2025, quindi, dovrebbe tornare la vecchia regola, quella secondo cui le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo vengono adeguate al 100%, la parte compresa tra le 4 e le 5 volte al 90% e la restante al 75%.
Un meccanismo che sarebbe più favorevole per i pensionati ma che in questi due anni, complice anche un’inflazione particolarmente elevata, non è stato possibile attuare per i costi troppo alti che ne sarebbero scaturiti.
Cosa succederà nel 2025? Borghi ha spiegato che è ancora presto per dire quale sarà il meccanismo di rivalutazione adottato, ma ha colto l’occasione per esprimere un suo parere a riguardo:
Il mio ideale sarebbe indicizzare le pensioni coperte da contributi al 100% e allo 0% quelle regalate come all’ex leader Cisl Bonanni.
Secondo Borghi, quindi, servirebbe distinguere chi ha una pensione alta perché effettivamente ha versato i contributi dovuti da chi invece - come ad esempio molti sindacalisti dell’ultima ora - ha approfittato delle regole del retributivo per assicurarsi una pensione d’oro.
E Quota 103?
Un’altra misura in scadenza nel 2024 è Quota 103, opzione che consente l’accesso alla pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi.
Tra il 2023 e il 2024 Quota 103 è stata confermata ma con un conto salato da pagare: chi vi accede, infatti, deve accettare un ricalcolo contributivo dell’assegno con annessa penalizzazione.
Riguardo a un possibile ulteriore peggioramento, da molti ipotizzato vista la necessità per il governo di fare cassa, Borghi ritiene che non sia nei programmi del governo. D’altronde, “andare oltre Quota 103 in senso peggiorativo” (ad esempio introducendo una sorta di Quota 104) “è assolutamente impossibile”.
Piuttosto, e questa è una buona notizia per chi spera di poter anticipare l’accesso alla pensione già nel 2025, si lavorerà in direzione di un miglioramento di Quota 103. Ma è ancora presto per capire il come, ad esempio se eliminando il requisito anagrafico e passare così a una Quota 41 per tutti. Tutto dipenderà dalle risorse (poche) a disposizione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA