Nel 2022 il 97,7% del fabbisogno di greggio e prodotti petroliferi è stato coperto dalle importazioni. Crolla la produzione, ma quella italiana resta la prima.
Nuovo record delle importazioni e calo della produzione locale. Si può riassumere così il recente rapporto tra l’Unione Europea e il petrolio che, nonostante la crescita delle rinnovabili, resta la componente primaria del mix energetico europeo. Una materia prima per numerosi derivati di uso quotidiano (come la benzina) e da sempre al centro di delicati equilibri geopolitici.
Nel 2022 il greggio e i prodotti petroliferi hanno rappresentato circa il 37% delle fonti energetiche disponibili in Europa, a livelli ben più alti di gas naturale (21%) ed energie rinnovabili (18%). In Italia la situazione sul petrolio è allineata alla media europea: 37% di prodotti petroliferi sul totale della disponibilità energetica lorda nazionale.
Per il proprio fabbisogno l’Ue produce una parte di energia all’interno dei confini, circa un terzo del totale, mentre per gli altri due terzi deve importarla. Si parla di tasso di dipendenza dalle importazioni di energia per misurare quanto l’Ue deve fare affidamento sull’energia importata per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Si misura considerando le importazioni nette, ossia il valore delle importazioni meno il valore delle esportazioni, sul consumo interno lordo di energia (energia prodotta più le importazioni nette). [...]
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