In questo momento storico concentrato sulla ripresa economica post-Covid, l’Europa e gli Stati Uniti vengono spesso messi a confronto: perché il vecchio continente non può e non deve copiare gli USA? Un’analisi di Marcotti.
Europa e Stati Uniti: chi sta facendo meglio nella strategia di rilancio economico post-pandemia?
Una domanda che ricorre spesso tra analisti ed esperti e che, immancabilmente, obbliga a sottolineare le differenze economiche e finanziarie, oltre che storiche e culturali, dei due alleati.
L’ultimo spunto di riflessione lo ha lanciato proprio il presidente del Consiglio italiano: Mario Draghi ha spiegato nella conferenza stampa del 26 marzo che eurobond, unione dei capitali, bilancio comune potrebbero aiutare l’UE ad avvicinarsi, con successo, al modello statunitense.
Tuttavia, il tema è complesso e ricco di sfaccettature: il paragone tra i due alleati porta, infatti, su strade diverse e impervie. Giancarlo Marcotti, esperto di finanza, ha spiegato a Money.it perché l’Europa non può - e non dovrebbe - copiare gli Stati Uniti.
Perché l’Europa non deve copiare gli USA
Si parte innanzitutto dagli elementi di forza degli Stati Uniti, quelli che la rendono la potenza mondiale per eccellenza (oggi messa alle strette dal gigante Cina): la moneta. Il dollaro, indubbiamente, è il punto di riferimento della finanza globale e, dunque, indice di grandezza per gli USA.
L’euro arranca in confronto, proprio perché non strutturato come il biglietto verde. Ma sull’argomento Marcotti, nella sua consueta intervista a Money.it, ha esposto la sua teoria:
“Il dollaro è imposto al mondo dalla potenza bellica statunitense. L’Europa, con le due Guerre Mondiali, si è suicidata poiché sono state soprattutto europee. E di fatto questo ha consegnato la potenza mondiale agli Stati Uniti, intervenuti solo quando si poteva vincere la guerra, traendone tutti i benefici.”
Una spiegazione innanzitutto storica, quindi, quella di Marcotti, secondo il quale copiare gli Stati Uniti è in primis impossibile poiché le due potenze poggiano su fatti della storia completamente differenti.
Il motivo bellico ha trascinato gli USA verso il dominio del mondo, anche a livello finanziario, con il ruolo egemonico assunto dopo il conflitto, nella cosiddetta Guerra fredda.
L’Europa ha avuto altro: la ricostruzione, per esempio, e questo l’ha inevitabilmente lasciata indietro. E poi c’è una questione chiave: gli Stati Uniti sono davvero un modello da imitare?
Per Marcotti la risposta è un secco no e su questo il disaccordo con Draghi è totale. Se infatti, l’intenzione dell’ex banchiere della BCE è di trasformare il vecchio continente negli Stati Uniti d’Europa lui proprio non acconsente.
“Noi Europa dobbiamo restare Europa: un piccolo continente ricco di storia e cultura. Anche se gli Stati Uniti hanno funzionato, non sono un esempio per l’Europa.”
Per l’esperto di finanza, quindi, ogni tentativo di emulazione della potenza economica e finanziaria degli USA è fuorviante. L’Europa, ai suoi occhi, deve restare un insieme di Stati, non federati.
E questo sarà il grande tema politico ed economico dei prossimi anni: eurobond, bilancio comune, Unione bancaria a cosa dovrebbero servire? Se l’obiettivo è rafforzare sempre di più l’UE come entità unitaria, a svantaggio delle sovranità nazionali, il dibattito si farà davvero acceso.
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