L’aeroporto di Malpensa di Milano sarà intitolato a Silvio Berlusconi. Ecco hi lo ha deciso e perché in molti pensano che non debba accadere.
Sembra essere ufficiale. L’aeroporto internazionale di Malpensa a Milano sarà intitolato all’ex premier Silvio Berlusconi, deceduto il 12 giugno 2023 a 86 anni. Una notizia accolta con il plauso della destra e con disapprovazione e rabbia da parte dell’opposizione e non solo.
L’idea originariamente lanciata da Gabriele Albertini diventa quindi realtà, come ha annunciato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il quale ha dichiarato che l’Enac (il Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale per l’aviazione civile) ha approvato la richiesta di dedicare l’aeroporto internazionale milanese all’imprenditore di Arcore, sottolineando come l’ultima parola spetti proprio al ministro delle Infrastrutture.
Tuttavia, l’Enac non ha ancora diffuso alcuna comunicazione per confermare o smentire l’approvazione della richiesta. Sembra quindi questione di tempo prima che i viaggiatori potranno prenotare un volo dall’aeroporto “Silvio Berlusconi”.
Il leader del Carroccio e vicepremier di Giorgia Meloni, infatti, si è detto pronto ad apporre la sua firma aggiungendo che “qualcuno a sinistra storcerà il naso dopo decenni di offese, diffamazioni e processi, ma Silvio Berlusconi ha fatto la storia di questo Paese ed è giusto intitolare a lui l’aeroporto di Malpensa”.
È vero: Berlusconi ha plasmato la storia e l’immagine dell’Italia, ma in che modo? A che prezzo? E soprattutto desideriamo davvero avere un aeroporto intitolato a qualcuno che - secondo sentenze definitive - ha intrecciato legami torbidi con la mafia tramite Marcello Dell’Utri e incontrando di persona il boss mafioso Stefano Bontate?
Perché l’aeroporto di Malpensa verrà intitolato a Berlusconi?
Le ragioni che si trovano dietro la proposta di dedicare a Berlusconi l’aeroporto di Malpensa sono più che esplicitate dalle parole di Salvini sulla rilevanza storica e politica dell’ex leader di Forza Italia.
Ma ad agevolare l’omaggio è stata in realtà l’assenza di una legge. Infatti, se l’anno scorso, nei giorni successivi ai funerali, quando si parlava di intitolare a Berlusconi una piazza o una strada di Milano, l’attuale primo cittadino Giuseppe Sala aveva bloccato sul nascere qualsiasi richiesta, ricordando che bisogna attendere 10 anni dalla morte di una persona per intitolargli una strada secondo le norme, queste leggi però non valgono per gli aeroporti.
Ecco perché l’ex sindaco Albertini aveva proposto d’intitolare a Berlusconi lo scalo di Linate, sul quale l’ex presidente del consiglio aveva costruito la sua fortuna con la realizzazione di Milano Due e i primi uffici di Mediaset. Eppure, la decisione sarebbe ricaduta sul moderno e importante aeroporto di Malpensa per volontà di Salvini di non turbare i complicatissimi equilibri proprio con il sindaco di Milano Beppe Sala.
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Perché in molti si oppongono all’aeroporto Berlusconi
Non si sono fatte attendere le critiche dell’opposizione che hanno definito la scelta quanto mai “inopportuna e imbarazzante” e come ricorda Pierfrancesco Majorino (capogruppo PD in Lombardia) “La biografia di Silvio Berlusconi non rappresenta chi come noi combatte i valori che quel periodo ha rappresentato”.
Come anticipato non si può negare che Berlusconi, e soprattutto il berlusconismo, abbiano plasmato l’Italia e la sua immagine all’estero.
Basti pensare che l’ex premier è ricordato come il famigerato leader maschilista dei bunga bunga nel famoso pamphlet della scrittrice Rebecca Solnit Gli uomini mi spiegano le cose. Ma il vero motivo per il quale in molti si dovrebbero domandare, forze politiche comprese, se sia corretto o meno avere in Italia l’aeroporto Berlusconi sono i legami torbidi che l’ex imprenditore ha intrecciato con la mafia siciliana.
Forse ci si dovrebbe interrogare su come Berlusconi abbia plasmato la storia italiana e a che prezzo. Non dovrebbe essere difficile ricordare la lunga e solida amicizia con l’ex senatore Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e il ruolo che quest’ultimo ha ricoperto nella sua ascesa imprenditoriale.
Non si possono ignorare sentenze definitive che vedono Berlusconi incontrare nel 1974 a Milano il boss Stefano Bontate, con il quale non solo parlò di affari, ma anche di “protezione”, garantitagli dal suo “stalliere” di Arcore il mafioso Vittorio Mangano. Protezione che Berlusconi pagò a Cosa Nostra con elargizioni costanti dal 1974 al 1992. Ma non solo. Di Berlusconi e le sue mancate trasparenze in ambito imprenditoriale e politico se ne potrebbe scrivere a oltranza, d’altronde ci sono giornalisti che hanno scritto numerosi libri per svelare tutte le azioni illegali compiute dal Cavaliere.
Eppure, ancora una volta in Italia si conferma il vizio di forma di guardare alla “grandezza” di alcuni personaggi storici senza realmente interrogarsi sulla legalità e correttezza di come quella “grandezza” sia stata raggiunta. Ne esce fuori un’Italia a due facce: quella della corruzione e quella della lotta alla mafia, e non può che avere un sapore di sconfitta il pensiero che - come ricorda il Fatto Quotidiano - ben presto ci saranno voli che collegheranno l’aeroporto Berlusconi a quello Falcone-Borsellino.
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