Il Bitcoin e le altre principali criptovalute continuano a correre sul mercato, sostenute dalla crescente fiducia degli investitori: ma qual è il vero fattore rialzista che sta alimentando il rally delle monete digitali?
Il Bitcoin continua a muoversi intorno a quota 30.000 dollari, mentre le altre criptovalute – come Ethereum, Litecoin e Monero – stanno tentando di rafforzare ulteriormente una quotazione già premiata dalle congiunture favorevoli dell’ultimo anno.
Un trend di crescita spesso iperbolico, quello delle valute virtuali, che pure era difficile da immaginare solo due anni fa, quando una bolla iniziò a sgonfiare l’intero comparto, smorzando l’appetito – fino a quel momento famelico - degli investitori.
Anche per questo, gli analisti si interrogano da tempo sulla stabilità del rally delle criptovalute, nel tentativo di valutare propriamente la bontà degli investimenti nel settore. In tal senso, gli sforzi si concentrano su quel nucleo rialzista che potrebbe spiegare il balzo in avanti del comparto, sebbene l’esercizio presenti ancora un coefficiente di difficoltà elevato.
leggi anche
Le criptovalute migliori e peggiori del 2020
Ma ad offrire una chiave di lettura, nelle ultime ore, è stato Vitalik Buterin, cofondatore della piattaforma decentralizzata Ethereum che distribuisce l’omonima valuta virtuale. Secondo il programmatore russo, sarebbe la graduale rinuncia all’oro come bene rifugio ad alimentare il crescente interesse verso il segmento di mercato delle crypto: i dettagli.
Le generazioni più giovani rinunciano all’oro per comprare criptovalute
In un post pubblicato sul suo blog personale, il cofondatore di Ethereum è intervenuto sull’annoso dibattito relativo alla travolgente marcia delle criptovalute. Al centro delle sue riflessioni l’orientamento delle generazioni più giovani, che starebbero dando il loro contributo all’alterazione dei rapporti di forza sul mercato:
“Uno dei fattori rialzisti più sottovaluti – e al quale ho sempre creduto – è il fatto che l’oro è noioso, e i più giovani se ne stanno accorgendo. Ora quei 9.000 miliardi di dollari dovranno pur andare da qualche altra parte”.
Non è un mistero, del resto, che durante la crisi pandemica della scorsa primavera il mercato ha individuato nelle criptovalute una sorta di oro digitale, o – in altre parole – un bastione in difesa della crescente inflazione. Ed è dietro questa contesa con l’oro che si celerebbe, secondo un «bull» della prima ora come Stanley Druckenmiller, la chiave del rally delle criptovalute, poiché “se le scommesse sul metallo prezioso funzionano, allora quelle sulle monete digitali funzionano ancora meglio, essendo più sottili e molto meno liquide”.
Lo scenario tracciato dal cofondatore di Ethereum è stato inoltre confermato da alcuni recenti sondaggi che hanno rilevato la crescente propensione dei giovani a preferire le criptovalute rispetto all’oro. Un orientamento, quest’ultimo, espresso in alcuni casi prima ancora dell’ondata pandemica della scorsa primavera, slegando di fatto l’odierno interesse delle generazioni più giovani verso le criptovalute dalle più recenti congiunture economiche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA