Attenzione allo sharenting, ovvero la condivisione online di foto e video dei propri figli. Ecco quali rischi si corrono e come proteggere la privacy dei più piccoli.
Si chiama “sharenting” ed è il fenomeno di condivisione dei bambini, in particolare dei figli e delle figlie da parte dei genitori, sui social network. La pratica, molto diffusa e normalizzata, ha però dei rischi.
Appare totalmente normale la pubblicazione di una foto, un video o altro di un bambini online, perché sono molti i momenti intimi, come un’ecografia, il primo bagnetto o la prima parola che si vedono online. Eppure la condivisione di questo materiale può essere un problema. A farlo sapere, mettendo insieme una lista di suggerimenti, è il Garanti per la privacy. Questo non si interessa solo della privacy degli adulti, ma anche dei bambini e delle bambine che non possono scegliere di essere o non essere sui social network.
Il termine “sharenting”, con il quale ci si riferisce al fenomeno di diffusione di immagini dei propri figli e figlie, pone in primo piano proprio la responsabilità dei genitori per la giusta protezione dei figli e delle figlie alla presenza sui social. Ecco perché è pericoloso pubblicare le foto dei figli sui social network, ma soprattutto quali sono le accortezze per evitare di mettere in pericolo i propri figli esponendoli senza protezione alla rete.
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Cosa significa “sharenting”?
Sharenting è un neologismo coniato per raccontare la pratica di pubblicazione di foto, video e altri contenuti a tema figli/e da parte dei genitori. L’origine del nome ha a che fare tanto con la condivisione, quanto con la genitorialità. Infatti il termine sharenting deriva dall’unione di parole quali “share”, ovvero condividere e “parenting”, cioè genitorialità.
Il termine non è nuovo, risale almeno al 2010, ma è negli ultimi anni che il fenomeno di condivisione di materiale sui propri figli ha visto un forte aumento.
Da sempre i genitori raccolgono ricordi sulla crescita dei propri figli, ma il contenitore moderno di questi non è più un album di foto da tenere in casa, quanto una raccolta di foto e video su piattaforme pubbliche.
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Pubblicare foto dei figli online: quali rischi si corrono
Ci sono dei benefici nello scambio di foto e video tra genitori in rete, banalmente quella di informare e fare gruppo di fronte a comportamenti o situazioni frustanti o emozionanti.
Non devono però sfuggire le insidie di internet, che rimane uno spazio poco controllato. Oltre agli effetti psicologici - secondo uno studio britannico il 71,3% degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni non sente rispettato il proprio consenso allo stare online in foto e video pubblicati dai loro genitori - la componenti più rischiosa della condivisione di materiale simile è l’esposizione a intenzioni malevole.
Queste vanno dal furto d’identità, al cosiddetto “rapimento digitale”. Infine si corre il rischio di esporre i propri figli alle attenzioni non desiderate di altri adulti, che possono condividere su gruppi terzi le immagini private, ma postate in spazi pubblici, di minori.
I suggerimenti per una condivisione consapevole di foto di minori
Il Garante della privacy ha condiviso con i genitori alcuni consigli per una diffusione di materiale in maniera protetta. Infatti non si può negare ai genitori di condividere i momenti di vita con i propri figli, ma esistono dei modi per farlo in maniera sicura.
In breve, ecco i consigli del Garante della privacy:
- rendere irriconoscibile il viso del minore (ad esempio, utilizzando programmi di grafica per pixellare i volti, disponibili anche gratuitamente online)
- coprire semplicemente i volti con una faccina, cioè emoticon;
- limitare le impostazioni di visibilità delle immagini sui social network solo alle persone che si conoscono o che siano affidabili e non le condividano senza permesso nel caso di invio su programma di messagistica istantanea;
- evitare la creazione di un account social dedicato al minore;
- leggere e comprendere le informative sulla privacy dei social network su cui carichiamo le fotografie.
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