Un’ultima mossa degli Stati Uniti potrebbe colpire la Russia a livello finanziario, rendendo più vicino il default di Mosca finora scongiurato. Di cosa si tratta? Le due potenze ai ferri corti.
La Russia è stata spinta più vicino a un potenziale default dopo che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha deciso di non prorogare un’esenzione dalle sanzioni alla banca centrale russa che le consentiva di elaborare i pagamenti agli obbligazionisti in dollari, tramite banche statunitensi e internazionali.
Siamo, quindi, nel pieno di una guerra finanziaria tra le due potenze. Nel dettaglio, venerdì prossimo Mosca deve adempiere alla prima scadenza importante, quando 100 milioni di euro di interessi sono dovuti su due obbligazioni, una delle quali richiede il pagamento in dollari, euro, sterlina o franco svizzero mentre l’altra può essere rimborsata in rubli.
In tutto, la Russia deve circa 1 miliardo di dollari in pagamenti di cedole per il resto del 2022, ma potrebbe contare sui miliardi che inondano settimanalmente dalle sue vendite di petrolio, gas e altre materie prime.
La mossa Usa, intanto, ha riacceso la questione sulla possibile inadempienza della Russia. E messo in luce il conflitto finanziario in corso.
Usa-Russia: è guerra a colpi finanziari. Ci sarà il default?
Gli Stati Uniti hanno annunciato che non estenderanno un’esenzione che avrebbe consentito a Mosca di pagare il debito estero agli investitori americani in dollari Usa, costringendo potenzialmente la Russia all’insolvenza.
Le banche e gli individui statunitensi non possono accettare pagamenti di obbligazioni dal Governo russo dalla mezzanotte, a partire dunque dal 25 maggio, quando è terminata una licenza che aveva consentito il flusso di denaro tramite una speciale concessione per esborsi di questo tipo su banche Usa.
Il segretario al Tesoro Janet Yellen la scorsa settimana aveva già annunciato la svolta, affermando che era “ragionevolmente probabile” che il suo dipartimento lasciasse scadere la licenza, pensata per essere temporanea.
La decisione di andare avanti indica che gli Stati Uniti preferiscono costringere la Russia al default, piuttosto che consentire alla nazione di prosciugare le sue casse a beneficio degli investitori statunitensi. La mossa è politica.
La Russia ha accumulato notevoli riserve di valuta estera negli ultimi anni e ha i fondi per pagare, quindi probabilmente contesterà qualsiasi dichiarazione di inadempienza sulla base del fatto che ha tentato il pagamento, ma è stata bloccata dal regime di sanzioni.
Reuters e il Wall Street Journal hanno inoltre riferito che il ministero delle finanze russo aveva già trasferito fondi per effettuare questi pagamenti on scadenza il 27 maggio, ma per la fine di giugno sono previsti ulteriori $400 milioni di interessi.
Occorre precisare che gli obbligazionisti al di fuori degli Stati Uniti potrebbero ancora essere in grado di ricevere i fondi. Poiché la maggior parte dei detentori di obbligazioni russe si trova in Europa, non ci sarebbero abbastanza creditori rimasti a corto per dichiarare un default, secondo ITI Capital, uno dei più grandi broker di Mosca. La soglia è solitamente del 25% delle obbligazioni in circolazione.
Cosa accadrà? In attesa del default, il conflitto Usa-Russia sul fronte finanziario va avanti.
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