Perché in Europa non ci sarà il boom dei consumi (lo spiega la Bce)

Violetta Silvestri

02/11/2023

L’Europa non avrà un aumento dei consumi in tempi brevi e la Bce, in una semplice osservazione, spiega perché. Il boom della domanda, sintomo di crescita economica, non ci sarà. Il motivo è uno.

Perché in Europa non ci sarà il boom dei consumi (lo spiega la Bce)

L’Europa non vedrà il boom dei consumi - e quindi della domanda - e a spiegare il perché c’è un’analisi della Bce.

Proprio mentre gli Usa fanno i conti con un’economia in ripresa e solida anche grazie alla spinta agli acquisti di beni e servizi dei consumatori, il vecchio continente è alle prese con una fiacca crescita e consumi depressi.

Tra i motivi da indagare per spiegare questa tendenza c’è l’analisi sul risparmio: chi possiede e in che modo è gestito il risparmio in Europa? La Bce ha risposto alla domanda, chiarendo anche alcuni possibili scenari economici per il prossimo futuro.

L’Europa avrà consumi e domanda deboli: la Bce spiega il motivo

È improbabile che nella zona euro si verifichi un nuovo boom dei consumi poiché i risparmi accumulati durante la pandemia di Covid-19 sono in gran parte detenuti dalle famiglie più ricche: questa la sintesi espressa sul blog della Bce.

Nel dettaglio, la Bce ha rilevato che il 20% delle famiglie con il reddito più elevato deteneva il 49,3% del risparmio in eccesso realizzato nel periodo 2020-22, mentre il 20% più povero (quintile con reddito più basso) ne possiede meno di un decimo, il 19,8%.

Dato che le persone più ricche hanno meno probabilità di spendere ogni ulteriore euro risparmiato, ciò significava che era improbabile che tali risparmi venissero utilizzati in tempi brevi.

Gli autori del blog hanno scoperto che alcuni di questi risparmi erano stati investiti in attività finanziarie, come azioni e obbligazioni, o in proprietà, rendendone più difficile l’accesso. Le prove suggeriscono quindi che le famiglie più ricche detengono la maggior parte dei risparmi o li hanno investito in attività illiquide. “Ciò suggerisce che la maggior parte di questi risparmi sono qui per restare, forse come riserve per i giorni difficili”.

In sintesi, “chi spera che i soldi messi da parte durante la pandemia possano sostenere un’impennata dei consumi in tempi brevi probabilmente rimarrà deluso”, hanno scritto gli autori Niccolò Battistini e Johannes Gareis.

La buona notizia è che i risultati potrebbero rafforzare l’opinione della Bce secondo cui l’inflazione, non stimolata dalla domanda per i consumi, è ora destinata a calare verso il 2% e rafforzare le argomentazioni per mantenere i tassi di interesse invariati, dopo che una serie di aumenti senza precedenti li ha portati a livelli record.

Tuttavia, l’analisi suggerisce anche che l’economia europea è in difficoltà e meno consumi si traducono in un rallentamento economico generale. Senza contare che sono le famiglie meno ricche a dover rimodulare le spese, quindi i consumi, per far fronte a prezzi più alti e a una crisi. E sono sempre queste famiglie che stanno riducendo anche il risparmio. I più abbienti non vedono invece modificare di molto il loro tenore di vita, potendo piuttosto decidere di mettere da parte soldi per investimenti e piani di emergenza.

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# Bce

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