Se BYD dovesse riuscire ad espandersi in un mercato famoso per essere duro e competitivo per le auto importate, come lo è il Giappone, allora l’azienda cinese potrà avere successo ovunque
Mettere solide radici in Giappone per poi consolidare la propria presenza nei mercati esteri silenziando ogni possibile polemica geopolitica: è questa la strategia di BYD, il principale produttore cinese di veicoli elettrici. Non a caso, il fondatore dell’azienda, Wang Chanfu, a ottobre ha invitato tutti i concessionari nipponici di automobili in una conferenza organizzata in un hotel di Tokyo.
Il signor Wang tiene raramente discorsi al di fuori della Cina, ma lo scorso autunno ha fatto un’eccezione per parlare del suo piano per consolidare la presenza di BYD all’ombra del monte Fuji. Il senso dietro a questa mossa sembra apparentemente chiaro: nel caso in cui l’azienda dovesse riuscire ad espandersi in un mercato famoso per essere duro e competitivo per le auto importate, come lo è il Giappone, allora quella stessa azienda potrà avere successo ovunque. Detto altrimenti, BYD starebbe pensando di usare Tokyo sia come anticamera per fare breccia oltre la Muraglia, sia come “amplificatore d’immagine”.
Come ha evidenziato la pubblicazione Nikkei Asian Review, BYD ha venduto 2,08 milioni di veicoli durante i primi tre trimestri dell’anno, aumentando il volume delle vendite globali del +75% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel terzo trimestre, BYD era a circa 3.400 unità, in procinto di battere il leader mondiale EV Tesla. [...]
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