Il calcio, in Turchia, fa rima con populismo. I grandi club del Paese, per la gioia di Erdogan, hanno chiuso accordi milionari con sponsor generosi. Ma il precedente della Cina insegna...
Mauro Icardi, Dries Mertens, Edin Dzeko, Victor Osimhen. Questi sono soltanto alcuni dei giocatori che hanno scelto di giocare in Super Lig, la prima divisione del campionato di calcio della Turchia. Dal Galatasaray al Fenerbahce, passando per il Besiktas, l’ultima estate ha visto i club di questo Paese assoluti protagonisti del calciomercato.
Certo, in misura minore rispetto a quanto messo in mostra dalle squadre dell’Arabia Saudita, alimentate da infiniti petrodollari, ma comunque sulla cresta dell’onda per aver chiuso operazioni economiche altisonanti. Una domanda sorge spontanea: come hanno fatto le società turche ad acquistare così tanti campioni?
La risposta al quesito diventa tanto più complicata considerando che non troppi anni fa si profetizzava un apocalisse finanziaria per i principali club della Turchia. Basti pensare che nel 2021 le cosiddette big della Super Lig, e cioè Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray, e i campioni in carica del 2022 del Trabzonspor, erano collettivamente indebitati per circa 1,7 miliardi di euro. [...]
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