È allarme siccità in Sicilia e Sardegna. Ecco cosa sta accadendo e perché è di nuovo crisi idrica in Italia.
È allarme siccità in Sicilia e Sardegna. Fin dai primi giorni del 2024, l’Anbi, l’associazione nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, ha lanciato l’allarme per emergenza idrica nelle isole.
Stando all’Osservatorio europeo sulla siccità (European Drought Observatory – EDO) del Servizio di gestione delle emergenze di Copernicus, il 45% della Sicilia è attualmente in condizioni di allerta siccità. L’Osservatorio permanente sui consumi idrici della Sicilia ha diramato l’allerta arancione avvertendo che se la situazione dovesse persistere, l’allerta passerebbe facilmente a rossa.
In Sicilia è stato disposto il razionamento dell’acqua in 39 comuni nell’area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta. La crisi idrica è causata dalla scarsità di piogge e del caldo anomalo registrato nel 2023. Ma dal 12 gennaio saranno più di 50 i Comuni siciliani sottoposti a razionamento idrico.
Nel pieno dell’inverno la regione è già costretta a ridurre le forniture, e Legambiente lamenta “anni di appelli rimasti inascoltati”. Di fronte a un simile quadro è opportuno fare chiarezza e capire cosa stia accadendo nelle isole e quale sia la reale causa dell’allarme siccità.
Allarme siccità: cosa sta accadendo in Sicilia e Sardegna
Come anticipato dal 12 gennaio saranno più di 50 i Comuni siciliani sottoposti a razionamento idrico. Siciliacque - la società che gestisce il servizio idrico della regione - è stata infatti costretta a ridurre la portata d’acqua del 10% e in alcuni casi del 15% dopo settimane in cui i bacini di riserva registravano portate d’acqua inferiori al livello di guardia.
La fornitura di Siciliacque è già passata da 50 litri al secondo a 30 e una riduzione dei consumi da parte dei cittadini è ormai necessaria. E se le piogge non precipiteranno presto sulla Regione la situazione non potrà che complicarsi.
Secondo l’Autorità di bacino, la Sicilia è la regione italiana che registra il maggior numero di perdite idriche, in un territorio che già per naturale conformazione e clima non favorisce l’abbondanza d’acqua.
Giuseppe Amato, responsabile risorse idriche per Legambiente Sicilia, ha avvertito che l’unica speranza per la Regione è che nevichi presto e in grandi quantità in alta quota e piova in pianura, “solo così potremo considerare scongiurato il pericolo, almeno per quest’anno, ma la situazione è questa da anni e da anni noi lanciamo l’allarme inascoltati”.
Siccità, le cause dell’emergenza idrica: i cambiamenti climatici
L’emergenza idrica è solo uno dei molteplici effetti dell’emergenza climatica, un problema che non può più essere ignorato dalle istituzioni.
Lo stesso Giuseppe Amato ha ricordato che il rischio siccità era ormai un disastro annunciato: “lo diciamo da anni, ma ci fanno fare sempre le Cassandre”.
Adesso però non si può più glissare sull’argomento “ambiente”: la crisi climatica è qui ed è manifesta, con tutte le sue terribili conseguenze per l’ambiente e per i cittadini che abitano le zone colpite da eventi climatici estremi.
L’emergenza idrica è frutto di un autunno estremamente siccitoso, con precipitazioni pressoché nulle e temperature superiori alla media stagionale. A dirlo sono diversi report realizzati dall’Autorità di bacino e diffusi dalla Presidenza regionale siciliana.
Prima delle piogge degli ultimi giorni si erano registrati 3 mesi di siccità estrema con piogge pressoché assenti e temperature che hanno superato ogni record: al 1° dicembre, le riserve idriche negli invasi erano inferiori di ben 45,6 milioni di metri cubi (-13%) rispetto ad un anno prima ed attualmente mancano all’appello circa 54 milioni e mezzo di metri cubi sulle medie più recenti. Come spiegato da Amato:
In Sicilia più che in altre Regioni d’Italia si avvertono con evidenza le conseguenze del cambiamento climatico, a questo si aggiunge la mano dell’uomo: in 150 anni è stato perso il 95% delle zone umide naturali, non è successo nulla di simile in nessuna parte d’Europa.
La denuncia di Amato riguarda anche le condizioni dei bacini artificiali, colmi per metà di fango a causa della mancata “attenzione sui versanti dei fiumi che portano acqua al lago”. Senza contare le tubature per la distribuzione spesso fatiscenti che comportano una grande dispersione d’acqua nel suolo. Un problema che va ad aggravare l’attuale emergenza idrica.
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