Perché il prezzo del gas in Europa è in calo

Violetta Silvestri

19/09/2023

Il prezzo del gas in Europa è destinato a scendere: perché ci sarà il calo secondo gli analisti e a cosa fare attenzione per il prossimo inverno.

Perché il prezzo del gas in Europa è in calo

Il prezzo del gas in Europa resta osservato speciale e ora potrebbe sorprendere al ribasso, secondo alcune analisi.

In generale, le quotazioni europee hanno continuato a mostrare un calo, soprattutto poiché i rischi di offerta sono diminuiti in un contesto di domanda debole per il carburante.

Temperature più miti del solito, stoccaggi pieni al 94%, scioperi australiani verso una soluzione sono i principali fattori che lasciano intravedere un futuro più ottimistico per l’Europa e la disponibilità di carburante a costi normalizzati.

Tuttavia, anche con prezzi del gas ora in calo, il settore rimane soggetto a turbolenze e vulnerabile a ogni cambiamento sia dell’offerta che della domanda.

Prezzo del gas scende in Europa per questi motivi

I futures olandesi con scadenza mensile, il punto di riferimento del gas in Europa, scambiano sui 35 euro per megawattora, un livello accettabile e in diminuzione ai 37 euro raggiunti solo pochi giorni fa.

Il quadro generale è diventato più incoraggiante. Le temperature rimangono miti in tutta la regione europea, limitando il consumo di gas con la stagione del riscaldamento ancora a poche settimane di distanza. Inoltre, le scorte sono piene per oltre il 94%, ben al di sopra della media stagionale, fornendo un cuscinetto per qualsiasi minaccia immediata di approvvigionamento.

Il gigantesco giacimento Troll norvegese, fondamentale per le forniture europee, sta aumentando la produzione, anche se con alcuni ritardi. Si attendono ora indicazioni nella data del 22 settembre, quando un regolatore del lavoro australiano terrà un’udienza sugli scioperi negli impianti di gas naturale liquefatto della Chevron Corp. nel paese. Un’interruzione delle forniture di Gnl potrebbe restringere il mercato globale del carburante.

Gli analisti si stanno focalizzando soprattutto sulle condizioni meteorologiche, con temperature elevate che contribuiranno ad alleviare i timori di rischio di approvvigionamento emersi in tutto il mondo nelle ultime settimane, proprio mentre la regione si prepara ad affrontare un secondo inverno senza una grossa fetta di gas russo.

Ottobre di solito segna l’inizio della stagione del riscaldamento in Europa, ma il clima caldo dello scorso anno ha prolungato il riempimento dei siti di stoccaggio del gas che hanno creato un cuscinetto cruciale per i mesi più freddi. Le scorte sono ora già piene al 94% e il ritardo nella domanda di riscaldamento lascerà spazio per immagazzinare il carburante che arriva tramite oleodotti o navi cisterna.

“I prezzi potrebbero ancora scendere sostanzialmente nelle prossime settimane”, ha detto lo stratega di Citigroup Inc. Anthony Yuen. “Un inizio tardivo dell’inverno rafforzerebbe il calo dei prezzi”.

Si prevede che l’inverno europeo nel suo insieme sarà probabilmente più caldo e umido della media. I dati di Copernicus segnalano una probabilità superiore al 50% di temperature significativamente superiori alla media nel Regno Unito, Francia, Austria, Italia e parti della Germania tra dicembre e febbraio. La probabilità che il clima sia mite è ancora maggiore nella penisola iberica.

Intanto, i prezzi europei del gas sono scesi di circa l’80% nell’ultimo anno e la regione sembrava ben fornita, anche se i rischi – dagli scioperi in Australia alla manutenzione estesa in Norvegia – hanno tenuto il mercato sulle spine. “Grandi scorte significano che c’è una minore minaccia di picchi di prezzo prima dell’inverno”, ha affermato Goldman Sachs Group Inc.

“La situazione è certamente molto più stabile rispetto allo scorso anno. Non credo che siamo nella stessa situazione dell’inverno scorso. Francamente, tutto ciò che deve essere fatto è stato fatto” ha detto Jonathan Brearley, amministratore delegato del regolatore energetico britannico Ofgem.

L’ottimismo, comunque, rimane molto cauto.

Perché l’Europa deve restare in allerta sul gas

Anche in un inverno mite, eventuali interruzioni dell’offerta potrebbero comunque causare picchi temporanei dei prezzi del gas, colpendo l’inflazione europea soprattutto.

Un’interruzione non pianificata presso l’impianto Gnl di Freeport negli Stati Uniti questa settimana e una manutenzione prolungata in Norvegia – insieme a problemi a breve termine – stanno per esempio aumentando la volatilità del mercato.

Qualche settimana fa, Simone Tagliapietra, membro senior di Bruegel, un think tank economico ha ricordato proprio che la volatilità non è scomparsa per sempre: è semplicemente diventata più gestibile.

“Anche se i prezzi sono ora molto più bassi rispetto allo scorso anno, rimangono volatili. E qualunque cosa accada dal lato dell’offerta o della domanda può avere un impatto e far fluttuare il prezzo in modo piuttosto forte su base giornaliera o settimanale. Questo fa parte di una nuova normalità per il mercato europeo del gas”, ha detto in un’intervista a Euronews.

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