I nati nel 2008 entrano nelle liste di leva comunali. Il termine dell’aggiornamento è fissato al 31 marzo, ecco a cosa servono.
I Comuni stanno completando le procedure per l’aggiornamento delle liste di leva, le quali - finalizzate a un eventuale ripristino della leva obbligatoria - contengono i nominativi di tutti i cittadini maschi di età compresa tra i 17 e i 45 anni come previsto dal D.lgs n. 66 del 2010 (il Codice dell’ordinamento militare).
L’aggiornamento deve essere terminato entro il 31 marzo 2025, così che entro il 10 aprile possa esserci la trasmissione all’Ufficio documentale competente del ministero della Difesa. Una procedure che sta preoccupando molti giovani, specialmente alla luce delle ultime notizie che arrivano dall’Europa in merito a un piano di riarmo che sembrerebbe prepararci a una nuova guerra.
Non è così però, in quanto l’aggiornamento delle liste di leva è una procedura che si ripete ogni anno indipendentemente da qual è la situazione nel mondo. Nonostante la legge n. 226 del 2004 abbia sospeso - a decorrere dall’1 gennaio 2005 - il servizio di leva obbligatorio, infatti, resta comunque a carico del Comune l’aggiornamento delle liste di leva, aggiungendo annualmente coloro che entro la fine dell’anno di riferimento compiono i 17 anni di età.
Quest’anno, quindi, entrano nelle liste di leva i nati entro il 2008, ma questo non significa che dovranno prestare servizio militare né tantomeno che saranno chiamati alle armi nel caso - speriamo remoto - in cui l’Italia dovesse mai entrare in guerra.
Non bisogna quindi essere preoccupati per questo passaggio obbligato che per adesso non ha alcuna ripercussione su coloro che vengono inseriti nelle liste di leva.
Perché stanno aggiornando le liste di leva? Chi delibera lo stato di guerra?
Come anticipato, l’aggiornamento delle liste di leva è una procedura ordinaria che si verifica ogni anno.
Tuttavia, per un periodo era stata sospesa a causa di problematiche tecniche legate al passaggio al digitale. Da circa un paio d’anni, il processo è tornato a essere effettuato regolarmente, garantendo la preparazione e la registrazione dei cittadini idonei al servizio militare.
Nel dettaglio, entro il 31 gennaio di ogni anno viene pubblicato l’Albo Pretorio del manifesto relativo all’obbligo di leva dei giovani maschi che compiono 17 anni nell’anno in corso (i nati nel 2008 quindi), avviando di fatto il procedimento di iscrizione nelle apposite liste. Un passaggio che tuttavia non richiede alcun adempimento per i diretti interessati.
La lista provvisorio di leva verrà poi pubblicata all’Albo Pretorio, per 15 giorni consecutivi, dall’1 febbraio, così che entro il 28 febbraio sia possibile effettuare la registrazione delle osservazioni eventualmente presentate dagli interessati, i quali nello stesso periodo dovranno verificare che il proprio nominativo risulti essere inserito correttamente nella lista. In caso contrario sarà necessario inviare le osservazioni relative a omissioni, false indicazioni o errori all’ufficio comunale incaricato.
A questo punto il Comune ha tempo fino al 31 marzo per compilare la lista di leva definitiva, mentre entro il 10 aprile queste vengono inviate al ministero della Difesa.
A cosa servono? Per il momento a nulla: sono tuttavia necessarie nel caso in cui il governo decida di ripristinare l’obbligo di prestare servizio militare, il quale è stato solamente sospeso dalla legge n. 226 del 2004.
Quando e perché si riattiva la leva? Chi può essere chiamato alla leva?
La leva può essere riattivata in situazioni eccezionali, in base all’articolo 52 della Costituzione, che definisce la difesa della Patria un «sacro dovere». Ai sensi del Codice dell’Ordinamento Militare (art. 1929 del COM), due condizioni cumulative devono verificarsi:
- Eventistica: dichiarazione di stato di guerra o coinvolgimento dell’Italia in una grave crisi internazionale.
- Organica: insufficienza del personale volontario in servizio e impossibilità di colmare le vacanze di organico con il richiamo di ex volontari cessati da meno di cinque anni.
La riattivazione della leva viene disposta con decreto del Presidente della Repubblica (DPR), previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. È importante notare che il Presidente della Repubblica ha un ruolo meramente formale, mentre la decisione sostanziale spetta al Consiglio dei Ministri.
In linea generale, possono essere chiamati i cittadini maschi, ritenuti idonei, tra i 18 e i 45 anni. Per ufficiali e sottufficiali i limiti di età possono essere estesi. Tuttavia, la legge di guerra o un decreto-legge potrebbe modificare tali limiti in risposta alle necessità della crisi. La “chiamata di leva” prevede l’iscrizione e le visite mediche per verificare l’idoneità; diversa è, invece, la “chiamata alle armi”, che implica l’incorporamento dei soggetti idonei nei reparti delle Forze Armate.
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