Nella guerra dei chip tra Usa e Cina, la potenza americana è destinata a perdere: questa l’ultima osservazione di un conflitto strategico e pericoloso.
La guerra dei chip può finire davvero male per gli Usa, proprio mentre la Casa Bianca raddoppia gli sforzi per bloccare la Cina nello sviluppo dell’industria tecnologica.
L’allarme, l’ultimo in termini cronologici, è arrivato da una voce illustre nel settore: l’amministratore delegato di Nvidia, la società di semiconduttori più preziosa al mondo, ha infatti avvertito che l’industria tech statunitense è a rischio e può subire “enormi danni” dall’escalation della battaglia sui chip tra Washington e Pechino.
Jensen Huang ha affermato che le restrizioni introdotte dall’amministrazione Biden, che includono la limitazione dell’esportazione in Cina di chip avanzati realizzati con tecnologia statunitense, hanno lasciato la sua azienda con le “mani legate dietro la schiena”. C’è un tono di chiaro dissenso, quindi, sulla strategia Usa.
Le osservazioni arrivano dopo un’ultima serie di colpi tra i regolatori dei due Paesi. Le autorità cinesi hanno infatti appena annunciato un divieto per il produttore di chip statunitense Micron, che non potrà installare i suoi prodotti in parti chiave dell’infrastruttura cinese a causa di presunti rischi per la sicurezza. È la prima risposta concreta del governo cinese ai controlli sulle esportazioni che il Dipartimento del Commercio Usa ha implementato lo scorso autunno, una mozione che la Cina sta tentando di contestare nell’Organizzazione mondiale del commercio.
La guerra dei chip sta mettendo le potenze mondiali una contro l’altra in un campo davvero strategico per il futuro. Tuttavia, il conflitto sembra avere già un vincitore, la Cina. Perché gli Usa sono la parte debole e rischiano di perdere contro il dragone?
Nella guerra dei chip, la Cina vincerà sugli Usa: il motivo
Gli Stati Uniti hanno preso di mira le aziende cinesi in tutto il settore tecnologico con diverse misure, dai controlli sulle esportazioni nel dragone di società di semiconduttori e intelligenza artificiale a un possibile divieto dell’app di video brevi TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, dal mercato statunitense.
Gli Stati Uniti affermano di voler così impedire alle tecnologie chiave di essere utilizzate per rafforzare l’esercito cinese e hanno accusato TikTok di rappresentare un rischio per la sicurezza a causa dei dati degli utenti che gestisce. Il governo e le aziende cinesi hanno negato le accuse.
Questa storia, però, ha anche un’altra narrazione. Ed è tutta negativa per l’economia Usa. Per esempio, impedire a software e chip avanzati statunitensi di arrivare in Cina, significa semplicemente escludere le aziende americane da un mercato cruciale. Nel 2021 le importazioni cinesi nel settore valevano $171 miliardi.
Jensen Huang di Nvidia è stato più esplicito nell’accusare gli Usa di una strategia perdente, dichiarando in una intervista al Financial Times:
“Se [la Cina] non può comprare dagli... Stati Uniti, se la costruiranno da soli [la tecnologia]. Quindi gli Stati Uniti devono stare attenti. La Cina è un mercato molto importante per l’industria tecnologica. Se veniamo privati del mercato cinese, non abbiamo altra possibilità. Non c’è altra Cina; c’è solo una Cina”.
La verosimile minaccia è che il dragone si muova per costruire più chip da sola se non può acquistarli dalle società statunitensi. Le aziende in Cina stanno già iniziando a produrre semiconduttori che sfidano Nvidia, ha aggiunto.
Il caso Micron: così la guerra Usa-Cina si complica
L’ultimo tassello in questa guerra tecnologica tra le due potenze è arrivato domenica 21 maggio, con la decisione cinese di vietare l’uso di microchip della statunitense Micron nelle infrastrutture di Pechino. Per l’impresa Usa si tratta dell’uscita da un mercato, quello del dragone, che pesa per l’11% sul suo fatturato annuo.
La motivazione di Pechino è stata così ufficializzata: “i prodotti di Micron hanno seri problemi di cyber-sicurezza e pongono un grosso rischio alle supply chain delle infrastrutture informatiche critiche della Cina”. Si tratta, ovviamente, di una provocatoria risposta alle precedenti mosse di Biden.
Per capire la strategicità del settore chip e il valore stesso di Micron, è utile un interessante grafico Ispi:
Con questo commento, molto utile a capire come può evolversi la complessa questione della guerra dei chip:
“...il problema non riguarda solo Cina e Stati Uniti. Perché nel mercato dei memory chip le società cinesi non hanno ancora le capacità per soppiantare Micron, ma quelle sudcoreane invece sì. Samsung e SK Hynix sono due leader del settore, con una presenza in Cina già ben consolidata. L’esclusione di Micron dal mercato cinese potrebbe aprire nuove fette di mercato per le due società, che però si verrebbero a trovare in una posizione molto scomoda, visto che gli Stati Uniti hanno lanciato un monito per non colmare il deficit che l’esclusione di Micron creerebbe nel mercato cinese”
La Corea del Sud si sta già lamentando con gli Usa per le misure restrittive sulla possibilità di investire anche in Cina. Gli Sati Uniti rischiano di perdere fette di mercato e partner strategici, in un contesto di relazioni commerciali in continuo mutamento.
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