Con le recenti novità sul piano economico, il prezzo del petrolio ha iniziato un periodo di contrazione nel livello dei prezzi. Cosa aspettarsi adesso dall’oro nero?
Le recenti modifiche nelle aspettative economiche da parte del mercato, iniziate con l’ultima comunicazione di Powell dopo la dichiarazione sul livello dei tassi d’interesse, hanno avuto un impatto diretto sulle principali componenti dei mercati globali, influenzando di conseguenza i prezzi.
Il secondo semestre del 2023 sembra delinearsi in modo opposto rispetto al primo (con un certo ritardo), evidenziando un certo grado di incertezza riguardo alla direzione economica a lungo termine. Tra le componenti più interessanti e degne di particolare attenzione vi è il petrolio, la risorsa energetica di primaria importanza a livello globale.
Ma cosa possiamo aspettarci ora dal prezzo dell’oro nero?
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Petrolio: cosa sta impattando negativamente sul prezzo della materia prima?
A seguito della comunicazione di Powell relativa a ulteriori futuri possibili aumenti nel livello dei tassi, il dollaro ha acquisito notevole valore rispetto al paniere di valute misurato nell’indice DXY. L’indice del dollaro ha superato i 106 punti, registrando un rialzo importante che ha naturalmente impattato direttamente sul valore delle materie prime.
Fra queste è impossibile non annoverare il petrolio, il cui prezzo è finito con lo scivolare rispetto ai massimi raggiunti solo poche settimane fa, nuovamente all’interno del range di prezzi che si porta dietro da novembre 2022. Anche l’aumento del rendimento dei Treasury ha giocato a sfavore del prezzo del dollaro, e i futures del Brent e del WTI continuano a registrare ribassi, posizionandosi, in media, a livelli inferiori del 7% rispetto ai massimi dell’anno 2023. È una questione matematica, l’aumento legato all’aspettativa sul tasso massimo della Fed e la posticipazione degli ipotetici ribassi giocano a sfavore del prezzo del petrolio, rendendolo più costoso per i detentori di altre valute e frenando la domanda di petrolio.
Un evento che casualmente combacia in termini assoluti con importanti tagli all’offerta da parte dei maggiori Paesi produttori. L’OPEC+ potrebbe quindi mantenere invariata la produzione questo mercoledì, mantenendo un approccio di stretto controllo del prezzo attraverso le forniture, onde evitare eccessivi ribassi.
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US.OIL: analisi grafica del prezzo
Da un punto di vista tecnico, il prezzo del petrolio ha effettuato un ritracciamento rispetto al trend rialzista iniziato a maggio 2023 dopo aver raggiunto la zona di resistenza posta in prossimità dei massimi di novembre dell’anno scorso. La contrazione arriva quindi in una zona di forte rilevanza tecnica, ancor di più se si tiene in considerazione il fatto che i primi ribassi sono avvenuti in un momento di ipercomprato, mentre le nazioni produttrici comunicavano tagli all’offerta di un certo tipo. Un primo supporto grafico è stato toccato nella giornata di martedì, corrispondente alla zona dei 50 punti dell’indicatore RSI a 14 periodi settato su timeframe giornaliero.
US.OIL, 1D
Grafico a candele giornaliere del petrolio. Fonte: xStation5
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