Prezzo del petrolio avanza pur nell’incertezza globale dovuta ai timori di una recessione in Europa e negli Usa. La scarsità dell’offerta continua a spingere più dei rischi di una domanda indebolita.
Prezzi del petrolio in aumento stamane: le quotazioni rimbalzano dai precedenti ribassi dovuti alla rigidità dell’offerta e alle tensioni geopolitiche, anche se l’indebolimento della domanda negli Stati Uniti ha gettato un’ombra sul mercato questa settimana.
Mentre i segnali di incertezza della domanda statunitense hanno pesato sui prezzi del petrolio e fatto scivolare i contratti benchmark di circa il 3% nella sessione precedente, la stretta offerta globale ha continuato a mantenere il mercato sostenuto.
Al momento in cui si scrive il Brent scambia a 105,38 dollari al barile con un aumento dell’1,45% e i future sul WTI guadagnano l’1,41% a 97,7 dollari al barile.
Petrolio in aumento: i fattori della spinta e perché il sentiment è rialzista
Stephen Innes, dirigente partner di SPI Asset Management, spiega così su Reuters perché i prezzi del petrolio sono in rialzo e cosa considerare:
“Le cose sono negative sul fronte economico, ma siamo ancora in una carenza strutturale di petrolio tempestivo e ciò significa che gli acquirenti fisici saranno lì per supportare i cali, conoscendo l’incertezza su ciò che ci aspetta sul fronte geopolitico.” In focus c’è sempre il delicato, ma cruciale equilibrio tra domanda e offerta. E, naturalmente le conseguenze delle mosse delle banche centrali.
Gli investitori hanno saldamente in mente la decisione della Federal Reserve statunitense della prossima settimana sui tassi di interesse. I funzionari della Fed hanno indicato che la banca centrale probabilmente aumenterà i tassi di 75 punti base nella riunione del 26-27 luglio.
“Mentre il 75 è nelle carte, la guida sarà importante e qualsiasi ammorbidimento nelle prospettive di aumento dei tassi sarebbe ottimo per la crescita globale” ha aggiunto Innes. Tradotto: minore aggressività, più slancio della crescita, maggiori consumi di greggio e prezzi in rialzo, considerando la carenza dell’offerta.
Tina Teng, analista presso CMC Markets, chiarisce il ragionamento: “nonostante il forte calo dei prezzi del petrolio, le prospettive per la questione dell’offerta rimangono problematiche. Fino a quando non verranno mostrate prove comprovate di una domanda attenuata, la carenza di forniture intensificata dalla guerra (Ucraina) manterrà i prezzi del petrolio forti.”
“Sia la curva dei future sul greggio Brent che quella WTI rimangono in backwardation”, ha affermato Jeffrey Halley, analista di mercato senior di Oanda Asia Pacific Pte su Bloomberg, riferendosi ai prezzi a breve termine scambiati al di sopra di quelli a più lunga data. Il modello “dice che le forniture fisiche immediate di petrolio nel mondo reale sembrano più limitate che mai. Per questo motivo, non vedo ancora che i prezzi del petrolio scendano materialmente da qui”.
Non solo, i segnali di forte domanda in Asia hanno sostenuto il benchmark del Brent, mettendolo sulla buona strada per il suo primo aumento settimanale in sei settimane.
La domanda in India di benzina e carburanti distillati è salita a livelli record a giugno, nonostante i prezzi più elevati, con il consumo totale di prodotti raffinati pari al 18% in più rispetto a un anno fa e le raffinerie indiane che operano vicino ai livelli più attivi di sempre, hanno affermato gli analisti di RBC.
“Questo segnala molto più di una forte ripresa dagli anni tormentati dal Covid”, ha affermato in una nota l’analista di RBC Michael Tran. In pratica, consumi in crescita e offerta scarsa, ovvero prezzi in corsa.
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