È stata provata all’unanimità la legge antipirateria che protegge il diritto d’autore: ecco cosa prevede e quali sono i rischi per chi usufruisce del “pezzotto”,
Nuova stretta contro la pirateria. Il Senato ha approvato con 140 voti favorevoli, all’unanimità, il Ddl antipirateria per contrastare la diffusione illecita di opere audiovisive tutelate dal diritto d’autore, attività che ogni anno causa la perdita di milioni di euro per lo Stato.
Una legge che è stata particolarmente attesa dai settori della musica, dell’editoria e dello sport, coinvolti nella stesura del progetto di legge e che avevano fato pressione affinché si accelerassero i tempi per contrastare il fenomeno della pirateria, ormai in costante aumento.
Infatti, l’ultima elaborazione richiesta dalla Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (Fapav) aveva evidenziato un aumento degli atti illeciti, passati a 345 milioni nel 2022, la crescita maggiore è stata registrata per i contenuti sportivi in diretta su base annua (+25%).
Tramite il provvedimento l’Agcom avrà maggiori poteri per poter prontamente intervenire in caso di diffusione di contenuti in streaming. A preoccuparsi stavolta non dovranno essere solo coloro che diffondono contenuti piratati, ma anche gli utenti abbonati al famoso “pezzotto”, uno degli strumenti più utilizzati per diffondere in rete materiale protetto da proprietà intellettuale.
È quindi opportuno capire cosa preveda la legge e quali sono i rischi che corre chi è in possesso del pezzotto.
Pezzotto, via libera al Ddl antipirateria: cosa prevede
Il Ddl ha come obiettivi principali quello di salvaguardare e promuovere la proprietà intellettuale - come si legge all’articolo 1 - ma non solo. Prevede sostegni economici a imprese, autori e artisti e misure per rendere più efficace l’attività di contrasto alla pirateria, responsabilizzando gli intermediari di rete.
La legge anti pezzotto, ancora, conferisce nuovi poteri all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che le consentono di bloccare “tempestivamente” le piattaforme che diffondono in maniera illecita eventi streaming.
Entro 30 minuti l’Autorità bloccherà l’instradamento del traffico verso l’Iptv che sta violando il diritto d’autore agendo a livello dell’indirizzo Ip e non del Dns. Gli utenti abbonati si troveranno, dunque, di fronte una schermata che avverte dell’azione dell’Agcom. In questo modo si potrà superare il vero problema dei provvedimenti applicati finora contro la pirateria online: la lentezza con cui venivano bloccate le pagine - a volte addirittura giorni dopo la trasmissione dei contenuti in streaming.
Il Ddl prevede, poi, il supporto dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ad Agcom, in modo da ampliare l’azione di monitoraggio, individuazione e repressione del fenomeno criminale online. Ancora, con la legge si riconosce il camcording - ossia la registrazione dello schermo all’interno delle sale cinematografiche - come un reato allo stesso livello delle altre forme di pirateria. Infine sono stati riviste le sanzioni per chi distribuisce contenuti online e per gli utenti abbonati al pezzotto, lo strumento che più di tutti ha messo in serie difficoltà le piattaforme di streaming e il settore dello sport.
Pezzotto, quali sono i rischi per i clienti?
Con il nuovo giro di vite del Governo alle attività di pirateria, ad allarmarsi non dovranno essere solo coloro che “piratano” e diffondono online materiali protetti dal diritto d’autore, ma anche chi usufruisce di tale servizio.
Infatti l’Agcom, oltre a oscurare il sito, potrà informare subito la magistratura competente facendo partire un’informativa di reato. I giudici, a quel punto, potranno facilmente risalire al titolare della pagina e accedere alle sue informazioni personali tramite il tracciamento dei pagamenti.
Un passo decisivo che renderà più rischioso diffondere i materiali audiovisivi e complicherà la vita di chi vende e acquista, a prezzi irrisori, abbonamenti online a pagine che trasmettono contenuti piratati.
La legge anti pezzotto, infatti, prevede fino a tre anni di reclusione e 15.000 euro di multa per chi crea i siti pirata, mentre per gli utenti colti a fruire di contenuti illeciti è prevista una sanzione fino a 5.000 euro.
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Ddl antipirateria: i danni all’economia
La legge antipirateria è stata fortemente voluta e attesa con trepidazione dalla Lega Calcio e dalle società che parteciperanno alla gara per l’assegnazione dei diritti sulle prossime cinque stagioni del campionato di Serie A, tra cui Dazn. Infatti, si stima che siano ben 5 milioni gli italiani che si servono di indirizzi pirata per vedere le partite senza pagare alcun abbonamento alle piattaforme di streaming, mentre pagano abbonamenti irrisori per il pezzotto per poter vedere qualsiasi tipo di contenuto.
Uno dei primi firmatari del Ddl, Federico Mollicone ha spiegato che il danno della pirateria in termini di Pil è di “oltre 700 milioni di euro”, mentre sarebbero ben 319 milioni gli euro mancanti per introiti fiscali, senza contare che sono “oltre 10mila posti di lavoro messi a rischio”.
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