PIL euro in rialzo, ma occhio alla produzione industriale, scesa più delle attese.
L’Eurostat ha annunciato nella giornata di oggi che il PIL dell’area euro e dell’Unione europea sono cresciuti nel terzo trimestre rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3% su base trimestrale.
Nel secondo trimestre dell’anno, il PIL dell’area euro aveva segnato una crescita dello 0,2%, mentre quello UE aveva riportato un’espansione pari al +0,3%.
I dati, diffuso dall’agenzia di statistica dell’Unione europea, precedono la diffusione delle minute della BCE relative all’ultimo meeting del Consiglio direttivo dello scorso 17 ottobre - quando i tassi dell’area euro sono stati tagliati per la terza volta - attesa per la giornata di oggi.
PIL euro +0,9%, PIL UE +1% in III trimestre 2024
Su base annua, il PIL dell’area euro è avanzato nel terzo trimestre del 2024 dello 0,9%, a fronte del +1% della crescita messa a segno dal prodotto interno lordo dell’Unione europea.
Nel secondo trimestre, il PIL dell’area euro era salito dello 0,6% su base annua, mentre il PIL UE aveva riportato un ritmo di espansione pari a +0,8%.
Ma i numeri sui PIL non sono stati gli unici a essere annunciati oggi dall’Eurostat.
Euro area #GDP +0.4% in Q3 2024, +0.9% compared with Q3 2023: flash estimate from #Eurostat https://t.co/I6khoBoqev pic.twitter.com/9FreMdvF1I
— EU_Eurostat (@EU_Eurostat) November 14, 2024
Nel diffondere i dati sul PIL, l’Eurostat oggi ha riportato anche il trend del prodotto interno lordo degli Stati Uniti che, nel terzo trimestre del 2024, è stato di una crescita dello 0,7% rispetto al secondo trimestre (quando aveva segnato un’espansione pari sempre a +0,7%), e di un rialzo del 2,7% su base annua (rispetto al +3% su base annua del secondo trimestre di questo anno.
La BCE stia attenta alla produzione industriale in attesa “danno” Trump
In evidenza anche la produzione industriale dell’area euro, scesa nel mese di settembre del 2% su base mensile, rispetto alla flessione attesa dal consensus, pari a -1,4%.
A trascinare al ribasso l’indicatore è stato, in particolare, il calo della produzione di beni capitali, ovvero di quei beni che vengono di norma utilizzati dalle aziende per produrre beni o servizi, pari a settembre a -3,8%, fattore che ha inciso in modo significativo sul trend complessivo della produzione industriale.
In evidenza anche il calo della produzione di energia, scesa dell’1,5%.
In parte, i ribassi delle due componenti sono stati compensati dall’aumento della produzione dei beni di consumo durevoli (+0,5%) e non durevoli (+1,6%).
La produzione dei beni intermedi ha riportato invece un trend invariato.
Oltre al trend complessivo del dato, e in attesa di capire se la prossima presidenza di Donald Trump si tradurrà davvero nell’imposizione di dazi sui prodotti che gli Stati Uniti importano dall’Europa, non è di buon auspicio neanche la decisione dell’Eurostat di rivedere al ribasso la stima sulla produzione industriale del blocco del mese di agosto, dalla crescita inizialmente annunciata pari al +1,8% a un incremento più basso, pari a +1,5%.
I dati macro diffusi oggi rappresentano un altro tassello cruciale del quadro macroeconomico dell’Eurozona, che aiuta i mercati ad anticipare quelle che potrebbero essere le prossime mosse sui tassi da parte della BCE di Christine Lagarde nelle prossime riunioni. Preoccupa, in vista dell’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione Trump, soprattutto il trend della produzione industriale, mentre la BCE inizia inevitabilmente a temere la prossima presidenza del tycoon.
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L’Eurostat oggi ha anche annunciato che, nel terzo trimestre del 2024, il numero degli occupati nell’Eurozona è salito dello 0,2% su base trimestrale, a fronte del +0,1% su base trimestrale degli occupati in Unione europea. Nel secondo trimestre del 2024, in entrambe le aree considerate la crescita era stata pari a +0,1% su base trimestrale.
Su base annua, l’occupazione è salita invece dell’1% nell’area euro e dello 0,8% nell’Unione europea, dopo un rialzo che era stato in entrambi i casi pari a +0,9% nel trimestre precedente.
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