La quota di Pil mondiale in arrivo dai Paesi non democratici è in ascesa: merito della Cina ma anche dei processi che hanno caratterizzato l’ultimo decennio.
Sale la quota del Pil mondiale in arrivo da Paesi non democratici: se da un lato si tratta di un incremento riconducibile al balzo dell’economia cinese, dall’altro è un processo destinato ad intensificarsi nei prossimi anni in scia dell’escalation delle tensioni geopolitiche.
Dopo anni di politiche sovraniste ed in presenza di diverse forme di regionalismi (soprattutto in Asia), è normale che quelli Stati meno attrezzati a respingere simili derive vengano spinti verso posizioni anti-democratiche.
Se a questo aggiungiamo gli sconvolgimenti provocati da eventi epocali come la Brexit, la guerra commerciale Cina-Stati Uniti, la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina, il quadro è completo.
Un terzo del Pil globale arriva da Paesi non democratici
Secondo i calcoli di Bloomberg Economics, un terzo dell’output globale arriva da Paesi non democratici.
Per la precisione, stimano gli esperti di BE, nel 2022 il Pil in arrivo da Paesi governati da principi democratici si attesta al 66,8%, contro il 33,2% dove questi non sono rispettati.
Dieci anni fa, i due dati si attestavano al 70,1 ed al 29,9%, nel 2002 all’80,2 ed al 19,8% e nel 1980, anno di inizio di questa rilevazione statistica, all’85,4 ed al 14,6 per cento.
Quota Pil mondiale prodotta dai Paesi democratici e da quelli non democratici. Fonte: Bloomberg Economics
Come detto, si tratta di dati che capitalizzano la crescita della ricchezza prodotta dall’economia cinese: in aumento di quasi 10 punti percentuali all’anno, tra il 2010 ed il 2020 il Pil del Dragone è passato da 6,1 a 14,7 migliaia di miliardi di dollari (tanto da spingere la Banca Mondiale a definirne il ritmo di crescita come “l’espansione più rapida storicamente mai registrata da un’economia primaria”.
Nuova guerra fredda in arrivo?
Ed ora che succede? Il modello stima che la quota non-democratica salirà al 35% entro la fine del decennio per poi stabilizzarsi.
Nonostante sia estremamente complicato fare analisi di questo genere, Bloomberg Economics ritiene che si possa andare verso una nuova guerra fredda, con il blocco democratico da un lato e quello autocratico dall’altro.
Gli esperti stimano la nascita di un mondo multipolare con centri di potere a Washington, Pechino, Bruxelles e Nuova Delhi.
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