Il pensiero di Luigi Pirandello e l’analisi del testo di Quaderno di Serafino Gubbio Operatore, romanzo che è stato scelto nella prima prova dell’esame di Maturità 2024.
Luigi Pirandello è stato uno degli autori scelti per l’esame di Maturità 2024, con la seconda analisi del testo che riguarda un brano del suo romanzo Quaderno di Serafino Gubbio Operatore , opera con cui lo scrittore siciliano ha voluto affrontare il tema dell’età contemporanea.
Per quanto riguarda l’altra traccia di analisi del testo della Maturità 2024, la scelta è ricaduta su un altro gigante della nostra letteratura come Giuseppe Ungaretti, con brano tratto da Vita d’un uomo.
Come è stato previsto alla vigilia della prima prova dell’esame di Maturità 2024, Luigi Pirandello è stato uno degli autori scelti con questo romanzo che ha come protagonista Serafino, un operatore cinematografico che sul suo diario annota tutto quello che succede sul set.
Quaderno di Serafino Gubbio Operatore - pubblicato per la prima volta nel 1916 e poi edito di nuovo nel 1925 - è una profonda riflessione sulla modernità di quell’epoca, tra l’alienazione degli individui e quella spinta verso il progresso così frenetica e, al tempo stesso, vacua.
Un romanzo questo tra i meno celebri di Luigi Pirandello, ma che riletto ai giorni nostri può essere visto come una calzante metafora dei tempi moderni tutti incentrati verso una sempre maggiore mercificazione dell’arte.
Maturità 2024, Pirandello: analisi di Quaderno di Serafino Gubbio Operatore
La prima prova dell’esame di Maturità 2024 prevede domande di comprensione e analisi del testo, ma gli studenti dovranno cimentarsi anche in un’interpretazione personale di Quaderno di Serafino Gubbio Operatore, il romanzo di Luigi Pirandello scelto tra le sette tracce sottoposte ai maturandi.
Questo è il brano contenuto nelle prime pagine di Quaderno di Serafino Gubbio Operatore scelto come traccia A2 della prima prova della Maturità 2024.
Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo, prepotente. Scarico la mia professionale impassibilità e mi vendico, anche; e con me vendico tanti, condannati come me a non esser altro, che una mano che gira una manovella.
Questo doveva avvenire, e questo è finalmente avvenuto!L’uomo che prima, poeta, deificava i suoi sentimenti e li adorava, buttati via i sentimenti, ingombro non solo inutile ma anche dannoso, e divenuto saggio e industre, s’è messo a fabbricar di ferro, d’acciajo le sue nuove divinità ed è diventato servo e schiavo di esse.
Viva la Macchina che meccanizza la vita!”
“Vi resta ancora, o signori, un po’ d’anima, un po’ di cuore e di mente? Date, date qua alle macchine voraci, che aspettano! Vedrete e sentirete, che prodotto di deliziose stupidità ne sapranno cavare.
Per la loro fame, nella fretta incalzante di saziarle, che pasto potete estrarre da voi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto?”“È per forza il trionfo della stupidità, dopo tanto ingegno e tanto studio spesi per la creazione di questi mostri, che dovevano rimanere strumenti e sono divenuti invece, per forza, i nostri padroni.
La macchina è fatta per agire, per muoversi, ha bisogno di ingojarsi la nostra anima, di divorar la nostra vita. E come volete che ce le ridiano, l’anima e la vita, in produzione centuplicata e continua, le macchine? Ecco qua: in pezzetti e bocconcini, tutti d’uno stampo, stupidi e precisi, da farne, a metterli sù, uno su l’altro, una piramide che potrebbe arrivare alle stelle. Ma che stelle, no, signori! Non ci credete. Neppure all’altezza d’un palo telegrafico. Un soffio li abbatte e li ròtola giù, e tal altro ingombro, non più dentro ma fuori, ce ne fa, che – Dio, vedete quante scatole, scatolette, scatolone, scatoline? – non sappiamo più dove mettere i piedi, come muovere un passo. Ecco le produzioni dell’anima nostra, le scatolette della nostra vita!“Che volete farci? Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare. Ma l’anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina. L’anima in pasto, in pasto la vita, dovete dargliela voi signori, alla macchinetta ch’io giro. Mi divertirò a vedere, se permettete, il prodotto che ne verrà fuori. Un bel prodotto e un bel divertimento, ve lo dico io”.
Per analizzare al meglio Quaderno di Serafino Gubbio Operatore bisogna contestualizzare l’opera, scritta da Pirandello proprio nel pieno della spinta futurista in Italia dove venivano glorificati il progresso e tutte le innovazioni tecnologiche.
Pirandello così per mezzo del cineoperatore Serafino non si esime da una critica verso questa corsa al progresso, rea di mercificare la vita e la natura tanto da rendere gli individui non più capaci di riflettere facendogli perdere i veri valori.
Secondo Pirandello, la continua fretta nel dover fare le cose e la meccanizzazione avrebbero reso gli individui come degli schiavi, senza più una propria identità e con poco da dire avendo perso ogni capacità di pensiero critico.
Chi era Luigi Pirandello
Luigi Pirandello è stato uno degli autori più chiacchierati in vista della prima prova dell’esame di Maturità 2024. Lo scrittore siciliano è uno dei pilastri della letteratura italiana, tanto da aver vinto anche il Premio Nobel nel 1934 “per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”.
Oltre che scrittore infatti Pirandello è stato anche un sopraffino drammaturgo: a lui si devono capolavori teatrali come Sei personaggi in cerca d’autore, La patente oppure Così è (se vi pare).
Il suo primo romanzo di successo invece è stato Il fu Mattia Pascal, con anche la sua ultima opera datata 1926 - Uno, nessuno e centomila - che è diventata una pietra miliare della nostra letteratura.
Luigi Pirandello è considerato come un maestro nel cercare di dare un’identità ai suoi personaggi, perennemente sconfitti di fronte la società e incapaci di liberarsi della “maschera” e di riuscire a vivere un’esistenza vera.
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