Piste da sci a rischio chiusura? Cosa succede per il Natale e la stagione invernale con l’aumento dei contagi

Stefano Rizzuti

19 Novembre 2021 - 17:51

Dopo un anno di stop le piste da sci rischiano di andare incontro a un’altra stagione difficile a causa delle restrizioni imposte dal Covid. Cosa succederà a Natale e durante l’inverno in montagna?

Piste da sci a rischio chiusura? Cosa succede per il Natale e la stagione invernale con l’aumento dei contagi

Dopo una stagione saltata a causa del Covid gli impianti sciistici rischiano ancora una volta la chiusura. Regioni e governo puntano a salvare la stagione invernale e le vacanze di Natale, ma l’aumento dei contagi riguarda soprattutto alcune località sciistiche e il rischio di nuove chiusure è inevitabile.

La settimana bianca degli italiani è quindi di nuovo a rischio. Le piste da sci sono rimaste chiuse per tutto lo scorso anno e saltare un’altra stagione sarebbe devastante per gli operatori del settore della montagna. La riapertura delle piste è prevista in queste settimane, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, ma i timori sono tanti e fondati.

La stagione invernale a rischio

La preoccupazione per la risalita dei casi di Covid-19 riguarda soprattutto le Regioni vicine al confine e alle zone di montagna: Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Valle d’Aosta. Bisogna evitare chiusure per un settore che ha un fatturato stimato da 12 miliardi (quasi il 2% del Pil) e con 60mila posti di lavoro in ballo.

La paura è che un ulteriore peggioramento della situazione negli ospedali possa mettere a rischio le attività in luoghi come cabinovie e rifugi in cui è difficile evitare assembramenti. Si iniziano quindi a pensare a soluzioni alternative per evitare le chiusure, come quella paventata da Arno Kompatscher, governatore dell’Alto Adige: “La continuità delle attività economiche e della vita sociale va garantita, a costo di riservare lo sci in pista ai vaccinati con green pass”.

Il green pass per sciare

I protocolli riguardanti gli impianti sciistici verranno aggiornati in queste ore. Al momento lo sci, essendo un’attività che si svolge all’aperto, non richiede l’obbligo di green pass. Serve però la certificazione verde per salire sulle cabinovie e le funivie che restano comunque accessibili, in quanto al chiuso, solamente con una capienza all’80% e l’utilizzo delle mascherine.

Diverso il discorso per gli impianti all’aperto, come le seggiovie: in questi caso la capienza è al 100% ma con mascherine obbligatorie. Nel caso in cui vengano chiuse, per esempio con cupole paravento, si deve riscendere all’80% di capienza.

In caso di introduzione del green pass anche per l’accesso agli impianti si presenterebbe invece il problema dei controlli. Gli impianti chiedono di effettuarli a campione, in pista, e che a farli siano le forze dell’ordine. Anche perché i controlli potrebbero comportare altri assembramenti in coda.

Impianti sciistici, cosa succede in zona gialla, arancione e rossa

In zona bianca e in zona gialla le regole per le piste da sci non cambiano. Diverso sarebbe il discorso in caso di zona arancione o rossa: le Regioni hanno chiesto al governo di evitare la chiusura degli impianti, diversamente da quanto attualmente previsto dalla zona arancione in su per gli impianti di risalita.

Il rischio di un passaggio a maggiori restrizioni, peraltro, è concreto in alcune zone in cui l’aumento dei contagi e dei ricoveri è costante, come in Alto Adige e Friuli. In caso di zona arancione, secondo le Regioni, l’idea è quella di limitare il numero massimo di presenze giornaliere, fissando un tetto anche in base alle caratteristiche del comprensorio e delle strutture.

Le limitazioni potrebbero essere non solo giornaliere, ma anche settimanali e stagionali. Nello scenario peggiore si potrebbe arrivare a una riduzione al 50% della capienza di cabinovie e funivie, ma evitando la chiusura. Le Regioni chiedono di salvaguardare i diritti dei vaccinati e pongono, inoltre, il problema degli alberghi che potrebbero rischiare la chiusura nel pieno dell’alta stagione in montagna, stando alle attuali regole.

Il timore per i contagi dall’estero

L’altro timore è legato agli arrivi dall’estero. In particolare si teme un aumento dei contagi causato dalle persone provenienti dai luoghi in cui i contagi sono molto più diffusi in questo momento, come Austria, Germania e Paesi Bassi.

Gli albergatori lamentano già i primi problemi, parlando di prenotazioni ferme proprio per paura dell’alto numero di non vaccinati provenienti dall’estero e presenti nelle località sciistiche italiane. Infine l’altro rischio è quello legato alle tante presenze nei mercatini di Natale, tanto che in alcune zone sono già state messe in campo restrizioni come l’obbligo di green pass, la riduzione delle capienze e l’utilizzo di appositi braccialetti per l’ingresso.

Argomenti

# Sci

Iscriviti a Money.it