Più vaccini alle Regioni ricche: la proposta di Letizia Moratti scatena le polemiche

Antonio Cosenza

19/01/2021

Secondo Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia, la distribuzione dei vaccini per il Covid dovrebbe tener conto del PIL. Scoppia la polemica.

Più vaccini alle Regioni ricche: la proposta di Letizia Moratti scatena le polemiche

Chi pensava che i problemi comunicativi della Regione Lombardia si fossero risolti con l’allontanamento di Gallera si sbagliava: Letizia Moratti, neo assessore al Welfare, è riuscita a fare anche di peggio.

Sta suscitando non poche polemiche, infatti, la richiesta che la Moratti avanzerà al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, riguardo alla necessità di consegnare più dosi di vaccino alla Lombardia, a scapito di altre Regioni economicamente meno virtuose.

La Lombardia è tra le Regioni maggiormente penalizzate dalla decisione della Pfizer BioNTech di ridurre le dosi da inviare all’Italia. Più di 160.000 dosi tagliate, con la Lombardia che - rispetto alle 95.940 dosi attese - ne riceverà 25.740 in meno. Dopo i ritardi iniziali, la Lombardia ha recuperato arrivando ad utilizzare il 78,5% dei vaccini disponibili, mantenendo nel contempo le scorte necessarie per il richiamo.

Un virtuosismo con cui la Regione Lombardia intende dimostrare di poter accelerare la campagna di vaccinazione qualora le dosi a disposizione aumentino. Ma i criteri che - secondo l’assessore Moratti - giustificano un aumento delle dosi per la Lombardia, stanno suscitando non poche polemiche tanto da far intervenire anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Letizia Moratti scrive ad Arcuri chiedendo più vaccini per la Lombardia

Letizia Moratti, neo assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha deciso di presentare al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, una richiesta per una nuova ripartizione delle dosi di vaccino, più favorevole per la Regione Lombardia.

Secondo la Moratti, infatti, ci sono condizioni che giustificherebbero una tale revisione. Nel documento realizzato dal neo assessore, infatti, si chiede di prendere in considerazione non solo i fattori demografici e sanitari, ma anche quelli economici.

Nel dettaglio, qui si legge che il vaccino per il Covid dovrebbe essere distribuito più in fretta alle Regioni che presentano le seguenti caratteristiche:

  • maggior densità abitativa;
  • maggior mobilità;
  • più colpite dalla pandemia;
  • contribuiscono significativamente al PIL del Paese.

Una descrizione che fotografa perfettamente la Regione Lombardia. E d’altronde non è la prima volta che questa proposta viene avanzata. Era già successo nelle scorse settimane con il parlamentare europeo della Lega, Angelo Ciocca, il quale chiese di valutare per la distribuzione dei vaccini anche l’importanza economica del territorio, così da preferire la Lombardia rispetto ad altre Regioni in quanto questa “è il motore di tutto il Paese”.

Le polemiche per la richiesta di Letizia Moratti

Specialmente in un periodo come questo, legare il diritto alla salute ai principi economici rappresenta un’uscita piuttosto infelice. E non è un caso che alla richiesta della Moratti siano seguite polemiche da ogni parte.

Ad esempio, non si è fatta attendere la risposta del Ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale su Twitter ha ribadito che “in Italia la salute è un bene pubblico garantito dalla Costituzione, non un privilegio di chi ha di più”. Lapidaria anche la risposta del sindaco di Milano, Beppe Sala: “Mi cadono le braccia”.

Di diverso avviso però il Governatore della Regione, Attilio Fontana, il quale ha difeso le dichiarazioni del suo assessore dicendo che la richiesta di integrazioni è “estremamente coerente e logica”. Da parte sua la Moratti ci tiene a far sapere che il riferimento al PIL non è legato al concetto di ricchezza; la richiesta, infatti, muove dal fatto che è chiaramente necessario dare un’accelerazione nella distribuzione dei vaccini “in una Regione che è densamente popolata di cittadini e di imprese, uno dei principali motori economici d’Italia”.

Insomma, favorendo la Lombardia si contribuirebbe “in automatico” alla ripresa dell’intero Paese; una giustificazione che in realtà non sembra allontanarsi molto dalla natura delle dichiarazioni originarie.

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