Accordo provvisorio sugli imballaggi sostenibili raggiunto in Ue: cosa prevedono le nuove norme e quali divieti sono contemplati per eliminare il packaging in plastica?
L’accordo sugli imballaggi sostenibili in Unione europea è stato raggiunto dopo ore di trattative. L’intesa tra i 27 Stati membri annunciata il 4 marzo è ancora provvisoria e frutto del lavoro congiunto tra Consiglio europeo, Eurocamera e negoziatori della Commissione.
Il passo, comunque, risulta già storico considerando le difficoltà incontrate finora per trovare linee guida pratiche condivise. Come sottolineato dalla relatrice belga Frédérique Ries: “Per la prima volta in una legge ambientale, l’UE sta fissando obiettivi per ridurre il consumo di imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato. Chiediamo a tutti i settori industriali, ai paesi dell’UE e ai consumatori di fare la loro parte nella lotta contro l’eccesso di imballaggi”.
Le misure stabilite dall’accordo mirano a ridurre, riutilizzare e riciclare gli imballaggi, oltre ad aumentare la sicurezza e a promuovere l’economia circolare in tutta l’Ue. Le nuove regole, quando approvate definitivamente, introdurranno divieti e vincoli per aziende, esercenti e comuni consumatori. L’obiettivo primario è diminuire il più possibile la plastica e le sostanze chimiche nocive contenuto in buste e contenitori. I primi divieti partiranno dal 2023, tutti i dettagli di seguito.
Nuove regole Ue sugli imballaggi: cosa sarà vietato dal 2030?
I target per ridurre gli imballaggi fissati dall’accordo - ricordiamo al momento solo provvisorio - prevedono un calo del loro uso al 5% entro il 2030, al 10% entro il 2035 e al 15% entro il 2040), oltre a imporre ai Paesi l’impegno a diminuire soprattutto la quantità di plastica.
Nel dettaglio, si prevede che dal 2030 saranno vietati alcuni specifici formati di imballaggi in plastica monouso, quali:
- imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata;
- imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti;
- imballaggi alimentari per porzioni individuali (ad esempio condimenti, salse, panna, zucchero);
- imballaggi in miniatura per i prodotti da toilette;
- pellicola termoretraibile per le valigie negli aeroporti
Inoltre, è introdotto il divieto delle borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a eccezione dei casi in cui si rendano necessarie per ragioni igieniche o di lotta contro lo spreco di cibo.
Riuso, imballaggi sostenibili, riciclaggio rifiuti
L’accordo provvisorio ha anche stabilito il divieto per sempre dell’uso di sostanze alchiliche per e polifluorurate o PFAS per imballaggi a contatto con gli alimenti.
Inoltre, è stato fissato un target chiave per il riuso degli imballaggi per bevande - eccetto latte, vino, vino aromatizzato, liquori - entro il 2030 di almeno il 10%. I Paesi membri, però, hanno in concessione la possibilità di una deroga di 5 anni per questo requisito.
Con l’esenzione per legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana o cera, i legislatori hanno accordato che tutti i sistemi di packaging dovranno essere riciclabili, con criteri serrati da definire in seguito con legislazione secondaria.
Infine, sulla gestione rifiuti, si stabilisce che Il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo (fino a tre litri) dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029 (sistemi di deposito-restituzione).
Accordo su imballaggi in plastica Ue: cosa succede ora
Il raggiungimento di questo accordo è un primo passo, ma non ancora quello definitivo. Il Parlamento europeo e il Consiglio europeo, infatti, dovranno adottarlo formalmente.
L’Itlaia, che aveva dimostrato un certo scetticismo dinanzi alla proposta iniziale più stringente poiché considerata troppo penalizzante per la filiera nazionale del packaging, si è detta più soddisfatta.
“Siamo riusciti ad attenuare l’obbligo di ricorrere al riuso quando non sussistono delle vere motivazioni ambientali, ma confermando un approccio ambizioso nella riduzione dei rifiuti da imballaggio”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
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