Polemiche startup, in Europa bisogna fare di più

Redazione

07/08/2024

L’inventore di SPID evidenzia le profonde differenze tra UE e USA nel sostegno alle startup, principale veicolo di creazione di nuova occupazione

Polemiche startup, in Europa bisogna fare di più

Stefano Quintarelli, fondatore del primo unicorno italiano (startup privata valutata almeno un miliardo di dollari) e inventore di SPID, si inserisce nella polemica che vede protagonisti Camillo Venesio, Vicepresidente dell’ABI, e l’europarlamentare Irene Tinagli, già presidente della commissione ECON del Parlamento UE, denunciando la carenza di sostegno alle startup rispetto a ciò che accade oltreoceano.

Il suo intervento segue di pochi giorni la pubblicazione da parte del governo del decreto concorrenza, che ci si aspettava includesse misure significative per il sostegno all’innovazione in Italia. Secondo gli osservatori del mondo dell’innovazione italiano, il decreto ha fortemente deluso le aspettative: l’Italia è relegata in termini di legislazione a una delle ultime posizioni in Europa, che già non brilla al raffronto con gli USA.

Dopo una stagione parlamentare e sette anni a capo dell’Agenzia per l’Italia Digitale, il fondatore del primo unicorno italiano, è oggi impegnato nel fondo di Venture Capital Rialto che, secondo un forte imprinting della Silicon Valley, interviene a livello operativo nelle aziende del portfolio con un team legato alla diaspora italiana. Rialto è nato infatti con capitali della Silicon Valley con la missione di riconnettere gli imprenditori italiani all’estero con il loro paese d’origine ed è finanziato dal gotha imprenditoriale italiano.

Sul decreto, Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, una delle associazioni che ha partecipato ai tavoli con il ministero insieme a InnovUp (aziende, incubatori e parchi scientifici) e Aifi (private equity e venture capital) ha ironizzato:

"Siamo sinceramente stupiti e dispiaciuti dalla limitata ambizione. Avevamo capito dalle interlocuzioni che ci fosse una forte volontà politica ad avere attenzione per il nostro settore, come è avvenuto in Francia con un governo liberale, in Spagna con i socialisti o nel Regno Unito con un governo conservatore. Evidentemente non avevamo capito benissimo”.

Differenze abissali nel sostegno alle Startup tra UE e USA

Ma torniamo alla posizione di Quintarelli. L’inventore dello SPID passa in rassegna le sconfortanti differenze tra UE e USA nel sostegno alle startup, che rappresentano il principale veicolo di creazione di nuova occupazione e di contrasto all’esodo giovanile.

Secondo Quintarelli le misure adottate in Europa per il sostegno alle startup sono risibili rispetto a quelle statunitensi. In Europa, gli incentivi fiscali sono limitati e i programmi di finanziamento frammentati, creando un ambiente meno favorevole alla crescita delle giovani imprese tecnologiche. Inoltre, il mercato del venture capital europeo è significativamente più piccolo rispetto a quello statunitense, con un capitale di rischio di circa 72 miliardi di euro contro i 1300 miliardi di dollari degli USA. Il sostegno alle startup in Italia è un errore di arrotondamento di quanto avviene in USA.

Negli Stati Uniti il sostegno alle startup è molto più robusto e strutturato. Le politiche americane includono incentivi fiscali come il Qualified Small Business Stock, che esclude fino al 100% del capital gain derivante dalla cessione di partecipazioni in piccole aziende detenute per almeno cinque anni. Inoltre, la spesa pubblica, in particolare quella militare, viene parzialmente orientata verso le startup e le piccole imprese, riducendo il rischio per gli investitori e alimentando un circolo virtuoso di investimenti e crescita.

Il venture capital negli USA è supportato da enormi quantità di capitale e da una regolamentazione che facilita l’accesso ai fondi pensione e alle assicurazioni. Questo crea un ecosistema in cui le startup possono prosperare, contrastando efficacemente l’esodo giovanile e creando nuove opportunità di lavoro. In Europa, invece, la mancanza di un mercato unico dei capitali e la frammentazione normativa sono ostacoli significativi che limitano la crescita delle startup, spesso costrette a cercare fondi oltreoceano.

Moltiplicare per 20 gli investimenti in Venture capital dei fondi pensione

Quintarelli è, quindi, particolarmente critico nei confronti delle attuali politiche europee per il sostegno alle startup, che ritiene inadeguate rispetto a quelle statunitensi. Il manager evidenzia come le misure adottate dall’UE siano frammentate e insufficienti per fornire il supporto necessario alle giovani imprese tecnologiche. Secondo Quintarelli, l’Europa manca di un mercato unico dei capitali, il che limita significativamente la capacità delle startup di crescere e competere a livello globale.

Quintarelli propone che l’Europa adotti politiche più ambiziose e coordinate per sostenere l’innovazione. Suggerisce un aumento significativo degli investimenti in venture capital, in particolare da parte dei fondi pensione, che potrebbero destinare una parte delle loro risorse a investimenti più rischiosi ma potenzialmente molto remunerativi nelle startup. Ritiene che queste misure possano creare un ambiente più favorevole alla crescita delle giovani imprese, riducendo al contempo l’emigrazione dei giovani talenti verso mercati più promettenti.

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