Nel Def il governo Meloni scrive che per ora non ci sono risorse per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina, che costerebbe oltre 13 miliardi di euro: dove trovare i soldi in legge di Bilancio?
Il Ponte sullo Stretto di Messina rischia di saltare o quantomeno i lavori rischiano di slittare e non essere avviati nell’estate del 2024. Nel Documento di economia e finanza, infatti, il governo Meloni certifica che per ora non ci sono le risorse necessarie al completamento dell’infrastruttura.
Quest’ultima sembra costare più dei 10 miliardi previsti dal ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, che ha voluto varare un apposito decreto. Ora, infatti, secondo l’esecutivo il Ponte in sé costerà almeno 13,5 miliardi, mentre per realizzare le opere complementari al collegamento ferroviario lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi, serviranno almeno altri 1,1 miliardi.
Ponte sullo stretto, non ci sono i soldi?
Nel Def si legge che “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio”. Quanto certificato dal ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, non sembra stupire però i colleghi al ministero delle Infrastrutture e il leader della Lega Salvini.
Fonti del Mit spiegano infatti all’Ansa che “il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento di risorse, facendo anche presente che non c’è ancora nemmeno la società ad hoc”.
“È ovvio - aggiungono dal ministero - che manchi la copertura per il Ponte sullo Stretto: sarà reperita con la legge di bilancio, come sempre avviene per tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale del Def”.
Cosa prevede il progetto per il Ponte sullo stretto
L’ultimo studio sul Ponte datato 2021 parla di un ponte a tre campate, ma di recente si sta facendo strada la convinzione che l’unico progetto realizzabile sia quello della campata unica nonostante il parere contrario della commissione di studio.
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Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’idea sarebbe quella di realizzare un ponte dalla lunghezza di 3,2 chilometri, contenente sei carreggiate per le automobili e una doppia linea ferroviaria per consentire anche il transito dei treni; come facilmente immaginabile, si tratta di un’opera assai complessa vista anche la conformazione geografica della zona.
Per l’euforico ministro Salvini si tratterà dell’opera “più green al mondo” in quanto ridurrà l’inquinamento da anidride carbonica, capace di diventare anche una attrazione turistica visto che sarebbe il ponte sostenuto da cavi più lungo al mondo.
Salvini controllerà la realizzazione dell’opera
Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina è sostanzialmente nelle mani di Salvini, con il Mit che potrà nominare il commissario straordinario dell’opera e, insieme al Tesoro, due dei cinque membri del Consiglio d’amministrazione ovvero il presidente e l’amministratore delegato, con le restanti poltrone che saranno designate dalla Regione Sicilia, dalla Regione Calabria e da Rfi-Anas.
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