Il Ponte sullo Stretto ha un grande problema (di altezza)

Luna Luciano

5 Maggio 2024 - 11:15

Nuovo allarme per la costruzione del Ponte sullo Stretto: troppo basso per il transito di alcune navi da crociera, che dovrebbero deviare la rotta verso altri porti: ecco tutti i rischi.

Il Ponte sullo Stretto ha un grande problema (di altezza)

Il Ponte sullo Stretto di Messina potrebbe creare seri danni al traffico marittimo. È questo uno degli ultimi allarmi lanciati in merito alla costruzione dell’opera tanto voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

Sembrerebbe che, allo stato attuale del progetto, vi siano alcune criticità che non possono essere ignorate, tra le quali l’altezza. Il Ponte sullo Stretto, infatti, rischia di essere troppo basso, ostacolando il passaggio di alcune navi, come segnalato dal presidente di Federlogistica, Luigi Merlo.

Difatti, durante un’intervista con Repubblica, Merlo avrebbe ricordato che esistono navi da crociera alte ormai più di 68 metri e - stando al progetto - non vi potrebbero più transitare.

A controbattere immediatamente è stato Pietro Ciucci, l’ad della società Stretto di Messina Spa, spiegando che “il franco navigabile è di 72 metri per una larghezza di 600 metri e si riduce a 65 metri, solo in presenza di condizioni eccezionali di traffico pesante stradale e ferroviario”.

Eppure, i dati riportati da Ciucci risultano essere sbagliati, come segnalato anche da Il Fatto Quotidiano: ecco quali sono le criticità in merito all’altezza e quali potrebbero essere le conseguenze più gravi nella deviazione del traffico marittimo. Di seguito tutto quello che serve sapere sul Ponte.

Ponte sullo stretto, il problema dell’altezza: è troppo basso

Nonostante l’Ad Ciucci abbia rassicurato che il franco navigabile sia di 72 metri, parametro “in linea con i ponti esistenti sulle grandi vie di navigazione internazionali” e con le norme Imo (International Maritime Organization), in realtà i dati da lui riportati presentano delle imprecisioni.

Nel progetto definitivo, infatti, si può leggere che il franco navigabile è sì di soli 65 metri per una larghezza di 600 m, “in presenza di gravose condizioni di traffico stradale e ferroviario”, ma di soli 70 metriin assenza di treni e mezzi pesanti”.

Sarebbero quindi 70 e non 72 i metri previsti per il franco navigabile in condizioni normali, ma a questo si aggiunge un altro problema, infatti, nel progetto non sembra che siano state prese in considerazione condizioni meteorologiche e ambientali diverse da quelle di basse maree e mare calmo. Le navi, però, potrebbero attraversare lo stretto in condizioni di alta marea o in condizioni meteo avverse, le quali potrebbero influire sulla profondità del franco navigabile, che già si riduce a 65 metri in caso di traffico pesante.

La criticità dell’altezza del Ponte sullo Stretto (o meglio bassezza) risulta essere un problema già noto alle autorità, sollevato per la prima volta nel 2010, quando fu presentato alla stampa a Messina il progetto per la realizzazione del ponte, approvato poi nel 2011. Già all’epoca non furono dati chiarimenti e, da allora, la situazione è rimasta immutata.

Ponte sullo stretto, la deviazione delle rotte e i rischi per l’ambiente

Al di là del problema dell’altezza, la deviazione delle rotte risulta essere un’altra criticità che non può essere ignorata. A segnalarla è stata Arpa Sicilia, che ha evidenziato come le rotte di navigazioni dovranno mutare durante i lavori, richiedendo ulteriori approfondimenti.

Infatti, il trasporto materiali necessari per la realizzazione del ponte, come il calcestruzzo, avverrà non solo per via terra, ma anche per via mare e questi ultimi spostamenti potrebbero determinare “interferenze con il traffico marittimo ordinario nello Stretto e richiederanno anche il blocco totale o parziale della navigazione sullo Stretto per periodi limitati e ripetuti”.

Per questo l’Arpa Sicilia ha chiesto che la Relazione Generale di Cantierizzazione sia integrata con la descrizione dei previsti flussi di transito dei mezzi d’opera nello Stretto.” Ma non solo. La deviazione delle rotte potrebbe avere un impatto significativo sui porti e sull’ambiente. L’agenzia regionale ha infatti chiesto di considerare i rischi dell’impatto indiretto sull’ambiente, dovuto non solo al cambiamento delle rotte, ma anche all’eventuale utilizzo di mezzi di trasporto alternativi a quello marittimo non praticabile durante le fasi di realizzazione dell’opera.

Queste però sono solo alcune delle integrazioni richieste per aggiornare un progetto che in 14 anni non ha ancora subito alcuna modifica: non proprio le migliori premesse per la realizzazione di un’opera di tale importanza.

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