In alcuni casi è possibile denunciare i parenti invadenti per tutelare il proprio benessere. Ecco quando si può ricorrere a questa soluzione estrema.
Piccole liti o incomprensioni non dovrebbero finire nelle aule di tribunale, quanto meno non senza tentare la riconciliazione o un accordo bonario. Ai vicini di casa si consiglia spesso di tentare le soluzioni informali per non compromettere il benessere e la tranquillità, una precauzione tanto più efficace quando si tratta di rapporti familiari. Fatta eccezione per le situazioni drastiche e i reati più gravi, è di solito preferibile risolvere i problemi interpersonali in modo amichevole, senza aggiungere tensioni.
Allo stesso tempo, non sempre si riesce a trovare apertura e disponibilità. La situazione può farsi intollerabile e compromettere lo svolgimento della normale vita quotidiana. Molte persone lamentano l’invadenza dei familiari, che non sempre è limitata a piccoli inconvenienti o a qualche parola spiacevole di troppo. In alcuni contesti, il comportamento dei parenti viene avvertito come vere e proprie intrusioni nella vita personale che pregiudicano la serenità e la sicurezza.
Ecco, in tal proposito è bene sapere che è possibile denunciare i parenti invadenti o quanto meno agire in sede civile per un risarcimento dei danni patiti. Vediamo di seguito le ipotesi principali.
Reato di diffamazione
Molto spesso l’invadenza dei parenti va a braccetto con la spiacevole abitudine di raccontare fatti personali, veri o meno, alle altre persone. La maggior parte delle persone è seccata da questo genere di comportamento, magari imbarazzata per le ripercussioni sulla propria credibilità, ma quasi nessuno si accorge che vengono integrati i presupposti per la diffamazione.
Nel dettaglio, si ha il reato di diffamazione quando avviene una lesione della rispettabilità e dell’onore della persona, attraverso la comunicazione ad almeno due persone (anche in differita) in assenza del diretto interessato. L’elemento chiave del reato è la volontaria lesione alla reputazione, indipendentemente dalla veridicità del racconto. Quest’ultimo, peraltro, può anche non corrispondere al reato pur riguardando una persona assente al momento. Dipende dall’intenzione del narratore e quindi dalla modalità con cui presenta la situazione.
Violazione di domicilio
Tra i reati spesso attribuiti ai parenti invadenti, con numerose cause nei tribunali italiani, c’è la violazione di domicilio. I familiari che non vivono nell’abitazione non possono, infatti, entrare a proprio piacimento senza il consenso dei proprietari. Allo stesso modo, e proprio su questo punto c’è un errore molto frequente, non possono imporre la propria presenza.
In altre parole, nessuno può continuare a stare in casa se i legittimi padroni hanno chiesto di uscire. Non bisogna guardare alla proprietà dell’immobile in senso stretto, bensì alla titolarità rispetto all’abitazione. Tra marito e moglie, ad esempio, ci sono i medesimi poteri anche se soltanto uno dei due è proprietario del bene. Oltretutto, prevale il dissenso. Se uno dei due chiede di lasciare la casa, quindi, anche con il consenso dell’altro è bene lasciare l’appartamento per evitare spiacevoli conseguenze.
Atti persecutori
Gli atti persecutori, ovvero lo stalking, sono tra i reati più comuni nella rete familiare della vittima. In questo caso non ci si riferisce all’ossessione sentimentale, quanto più alla continua interferenza nella vita altrui. Di fronte a molestie reiterate, tali da produrre uno stato perdurante d’ansia o il cambiamento delle abitudini, si configura infatti il reato di stalking.
Interferenze nella vita privata
Parenti piuttosto invadenti potrebbero arrivare anche a procurarsi, senza il permesso, riprese della vita privata altrui. In questo caso, commettono il reato di interferenze illecite nella vita privata.
Risarcimento danni
Al di là delle fattispecie penalmente rilevanti appena affrontate, per le quali è possibile querelare i parenti invadenti, è comunque aperta la strada civile. Chi patisce danni, per esempio morali, a causa del comportamento petulante e importuno dei familiari può quindi ricorrere in giudizio. Dovrà quindi dimostrare i danni e il nesso causale con le azioni dei parenti, per avere diritto al risarcimento e ovviamente alla cessazione degli illeciti.
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