Il commento degli analisti in attesa del lancio delle nuove azioni Poste Italiane sul mercato.
Poste Italiane: mancano ormai pochi giorni alla grande mossa del Tesoro che, in linea con il piano di privatizzazioni annunciato dal governo Meloni, si appresta a smobilizzare parte della partecipazione detenuta nel capitale dell’azienda guidata dal ceo Matteo Del Fante, tra i pesi massimi del Ftse Mib di Piazza Affari, puntando non solo a vendere titoli agli investitori istituzionali, ma anche a quelli retail, ovvero alla platea dei piccoli risparmiatori, e ai dipendenti del gruppo.
La data clou in cui il Mef lancerà la grande mossa non si conosce ancora: le stime sono di una offerta di azioni che potrebbe arrivare entro la fine di ottobre. Si parla di un collocamento digitale, che consentirebbe agli interessati di fare shopping di azioni attraverso l’online banking.
Ieri il dossier è stato citato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che, in un’intervista rilasciata a Bloomberg, ha parlato delle prossime mosse che il Mef si appresta a lanciare su Poste Italiane e, anche, sulla banca senese Mps-Monte dei Paschi di Siena.
Privatizzazione Poste Italiane: ci sarà la tranche di Poste, poi altra tranche di Mps
“Abbiamo già in cantiere alcune operazioni, sarà un autunno-inverno denso, ci sarà la tranche di Poste, poi ci sarà un’altra tranche di Mps. Più che privatizzazioni, stiamo mettendo ordine e razionalizzando”, ha detto Giancarlo Giorgetti, precisando la ragion d’essere di quel piano di privatizzazioni da 20 miliardi di euro annunciato dal governo Meloni, orientato, secondo le critiche, a far cassa sui cosiddetti gioielli di Stato.
Il piano contempla anche le privatizzazioni di Eni e di Ferrovie dello Stato.
Nel caso di Poste Italiane, il dossier si è fatto più chiaro nelle ultime settimane, quando il governo Meloni ha diffuso una nota annunciando che lo Stato italiano rimarrà azionista di controllo con una partecipazione superiore a quanto inizialmente calcolato, ovvero con una quota, “anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, superiore al 50%”, rispetto a quella inizialmente considerata del 35%.
La caratteristica numero uno di questa vendita è rappresentata dal fatto che il collocamento che il Mef si appresta a lanciare non è rivolto solo agli investitori istituzionali, ma anche ai risparmiatori e dipendenti del gruppo .
Negli ultimi giorni, Il Sole 24 Ore ha riportato inoltre alcune indiscrezioni secondo le quali, nelle intenzioni del Tesoro, ci sarebbe quella di dare priorità ai retail “anche con incentivi ad hoc come possibili sconti sulle azioni”.
Sconti di stato per i piccoli risparmiatori? Il commento sul titolo di IG Italia
La domanda sorge spontanea: fino a che punto i piccoli risparmiatori possono sentirsi davvero incentivati a fare shopping dei titoli di Poste italiane?
Così ha commentato Filippo A. Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia:
“Consideriamo l’investimento in Poste Italiane interessante da un punto di vista di medio-lungo periodo grazie sia alla stabilità del gruppo sia alle potenzialità di crescita di lungo termine”.
Diodovich ha fatto notare che “attualmente, il titolo mostra a Piazza Affari una performance positiva, con un aumento di oltre 20 punti percentuali da inizio anno grazie alla solida struttura finanziaria, ai margini operativi consistenti e alla diversificazione delle attività, che spaziano dai servizi postali ai servizi finanziari e assicurativi”.
Su Poste Italiane una “valutazione senz’altro positiva”
Sull’imminente offerta delle azioni Poste italiane da parte del Tesoro, si è espresso anche Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente
“La valutazione è senz’altro positiva. Poste Italiane è una società gestita ottimamente dall’AD Matteo Del Fante, che l’ha riposizionata completamente puntando su servizi finanziari e assicurativi, se si conta che il core business di posta e pacchi ormai conta il 30% dei ricavi”.
Nella precedente offerta di Poste -ha ricordato Vintani - il Governo aveva offerto un premio del 5% in azioni a tutti coloro che avessero tenuto le azioni almeno un anno; ciò va ad aggiungersi al ricco dividendo di 80 cent, pari a un rendimento del 6,4% ai prezzi attuali del titolo”.
Poste, ha rimarcato il consulente finanziario, “è una società che cresce sia a livello di business (ricavi), sia a livello di titolo, che ha messo a segno una performance positiva del 25% nell’ultimo anno, e questo nonostante voci di una ulteriore cessione da parte del Tesoro (che tende a deprimerne le quotazioni) in circolo già da diversi mesi”.
“Al momento, Poste è posseduta al 35% dalla Cassa Depositi e Prestiti, e il Tesoro ha poco meno del 30% delle azioni; entrambi, quindi, dovranno tornare sul mercato e faranno di tutto per non scontentare gli investitori, sia istituzionali che retail. Infine, per questi ultimi, è importante che la posizione in Poste sia fatta all’interno di un portafoglio ben diversificato: a seconda della propria avversione al rischio, la percentuale di portafoglio da dedicare al titolo vale dal 5% al 10%”.
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