Premi produzione, ecco come averli esentasse

Patrizia Del Pidio

6 Agosto 2024 - 17:04

Convertire i premi di produzione in contributi porta a un doppio vantaggio per il lavoratore che risparmia anche sulle tasse.

Premi produzione, ecco come averli esentasse

I premi di produzione, o di risultato, vengono tassati con un’aliquota Irpef agevolata (al 5%) a patto che il lavoratore abbia avuto nell’anno precedente un reddito non superiore a 80.000 euro. L’aliquota al 5% riguarda i premi di risultato erogati nel 2023 e nel 2024, ma si tratta di una misura temporanea: al termine di quest’anno se l’agevolazione non sarà prorogata l’aliquota agevolata tornerà a essere pari al 10%.

In alcuni casi, però, è possibile fare in modo che i premi di produzione siano esentasse e a spiegarlo è l’Agenzia delle Entrate in un parere fornito proprio su premi di risultato e pensioni complementari. Vediamo nel dettaglio cosa sono i premi di produzione, come sono tassati e come renderli esentasse.

Cosa sono i premi di risultato?

Il premio di produzione, o di risultato, sono un modo che l’azienda ha per motivare i dipendenti a fare sempre meglio grazie a una retribuzione aggiuntiva che viene erogata nel caso si aumenti la produttività, la qualità, l’efficienza o il guadagno attraverso l’attività lavorativa.

Un dipendente che permette di avere un guadagno maggiore, ad esempio, è premiato rispetto a quello che fa il proprio lavoro senza mai migliorarsi e migliorare l’azienda.

Proprio per la sua natura premiale il premio di produzione dal 2016 è oggetto di una tassazione agevolata: se il lavoratore nell’anno precedente non ha avuto un reddito superiore a 80.000 euro l’aliquota applicata ai primi 3.000 euro di premio di risultato è del 10%. Questi primi 3.000 euro, tra l’altro, non concorrono neanche alla formazione del reddito imponibile.

Per i premi di risultato ottenuti nel 2023 l’aliquota è stata portata al 5%, l’imposta sostitutiva ridotta, poi, è stata estesa anche al 2024.

Il premio di risultato può avere cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale e inserito direttamente in busta paga. Il dipendente può decidere di convertirlo, però, in welfare aziendali o in contributi da versare nelle pensioni complementari. In questo caso il premio di produttività può essere esentasse.

Premio di produttività esentasse

L’Agenzia delle Entrate, rispondendo a un quesito ha fornito un parere che chiarisce il regime fiscale da applicare nel caso che il premio di produttività sia convertito in contributi nella pensione complementare. Nel parere l’Ade spiega che i contributi versati in queste forme previdenziali, se provengono dal premio di produttività, sono esentasse sia quando vengono versati, sia quando si trasformano, poi, in pensione complementare vera e propria. Si tratta di fondi interamente esentasse.

L’Agenzia chiarisce, poi, che alla forma di previdenza complementare deve essere comunicato quando i contributi versati provengono dal premio di risultato poiché il fondo deve sapere che questi contributi, una volta erogata la pensione complementare, non danno luogo alla formazione del reddito imponibile e, quindi, sono esentasse rappresentando per il lavoratore un doppio vantaggio.

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