Pressione fiscale complessiva che supera il 42%, in crescita rispetto all’anno prima

Patrizia Del Pidio

4 Marzo 2025 - 09:55

Aumenta la pressione fiscale complessiva, ma il debito pubblico cresce meno del previsto. Tra soddisfazione e preoccupazioni, vediamo i dati Istat.

Pressione fiscale complessiva che supera il 42%, in crescita rispetto all’anno prima

Nonostante le imposte sul reddito siano state tagliate, la pressione fiscale complessiva aumenta in Italia nel 2024 e cresce rispetto a quella del 2023. Tra imposte dirette, indirette e contributi sociali hanno generato una pressione fiscale complessiva del 42,6%, contro quella del 2023 che era ferma al 41,4%. L’effetto è dovuto dalla crescita delle entrate fiscali al 5,7% superiore a quella del Pil. Mentre il Pil, infatti, nel 2024 è cresciuto dell’0,7% l’aumento dei prezzi è stato del 2,9% rispetto all’anno precedente.

Cosa è cresciuto nel 2024?

Le entrate fiscali delle amministrazioni pubbliche sono cresciute e la crescita, come è prevedibile, è da ricercare nelle imposte dirette e indirette versate dai cittadini.

Ad aumentare sono state le imposte dirette con la crescita di Irpef e Ires (6,6%) e quelle indirette con aumenti di Iva, Irap e imposte sull’energia (6,1%). Sono aumentati anche i contributi sociali.

Sono cresciute, di pari passo, anche le uscite della pubbliche amministrazioni per l’aumento dei redditi da lavoro dipendente, dei consumi e delle prestazioni sociali in denaro.
Allo stesso tempo, però, sale anche il debito pubblico italiano che passa dal 134,6% del 2023 al 135,3% del 2024 (si era stimato al 135,8%).

Le famiglie tagliano i consumi

I dati sono stati diffusi dall’Istat ed evidenziano come una ripartenza dei consumi in Italia non c’è stata. Le famiglie sono ancora concentrate a tagliare i consumi e proprio per questo motivo servirebbe un intervento specifico del governo che possa agire sul potere di acquisto delle famiglie italiane.

Le famiglie non solo hanno tagliato i consumi, ma li hanno addirittura modificati: la spesa per alimenti e bevande da un anno all’altro è scesa dello 0,3% a riprova che in Italia le famiglie stanno tagliando la spesa sui generi alimentari (molto probabilmente a discapito più della qualità che della quantità).

Non solo: si comprano meno vestiti e meno scarpe, ma la cosa maggiormente preoccupante è che sta scendendo anche la spesa per la salute e per lo svago. Segno, evidentemente che i consumi interni non sono ripartiti e che il motore dell’economia italiana sono proprio quelli.

Giorgetti è ottimista

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, però, sembra ottimista riguardo ai dati Istat diffusi. In una dichiarazione, infatti, ha affermato che i dati confermano che la finanza pubblica è in una situazione migliore del previsto (da considerare che i dati del debito pubblico rilevati dall’Istat sono inferiori a quelli indicati nelle stime del governo nel Psb).

In ogni caso, Giorgetti, nonostante la soddisfazione morale per un dato che conferma alla crescita auspicata, afferma che non ci si può ancora fermare e che ora la sfida di crescita non deve essere riferita solo a un contesto problematico italiano, ma deve coinvolgere tutta l’Europa.

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