Materie prime: rialzo fisiologico o nuovo superciclo di lungo termine?

Roberto Donzelli

5 Luglio 2021 - 16:19

Le materie prime hanno avuto rialzi molto sostenuti nell’ultimo anno. È un rialzo momentaneo oppure dobbiamo prepararci a una crescita strutturale dei prezzi?

Materie prime: rialzo fisiologico o nuovo superciclo di lungo termine?

Non c’è dubbio che le commodity siano state in crescita costante nell’ultimo anno. Basta guardare qualsiasi grafico per rendersene conto.

Dalla materia prima energetica «principe», il petrolio, cresciuta di oltre l’80% negli ultimi 12 mesi, al rame, la più importante materia prima industriale, cresciuto del 65%, passando poi per le altre commodity industriali, vediamo che i prezzi sono in salita su tutto il comparto.

Questi rialzi hanno anche spinto verso l’alto l’inflazione, ormai in crescita ovunque.

Il punto è capire se siamo di fronte a un rialzo temporaneo o a uno strutturale di lungo termine. Per capirlo, però, dobbiamo prima comprendere la natura dei cicli delle commodity.

Ciclo economico e superciclo delle materie prime

I prezzi delle materie prime, è abbastanza scontato, seguono il rapporto tra domanda e offerta. Se l’offerta è ampia mentre la domanda è bassa (ad esempio per via di una crisi economica), i prezzi si deprimono. Viceversa, quando l’offerta è bassa per carenza di investimenti o magari per motivi politici (soprattutto per il petrolio), mentre la domanda cresce magari per via di un’espansione economica mondiale, allora la pressione sui prezzi cresce.

Questo è il normale ciclo economico. I prezzi salgono e scendono per lo più a seguito dell’andamento dell’economia e quindi per la fluttuazione della domanda. Dopo un rialzo segue un ribasso e viceversa, il tutto tramite aggiustamenti continui.

Questa situazione, però, è diversa quando il rialzo diventa strutturale. In questo caso, la crescita dei prezzi si protrae per molti anni, spesso 10 o più anni, per poi assestarsi su livelli molto più alti rispetto ai precedenti.

In questo caso, si parla di «supercicli» delle commodity. Sono eventi rari, tanto che gli economisti individuano essenzialmente solo quattro supercicli dal 1850 in poi. Uno con un picco proprio nel 1850, un altro che va dal 1870 alla Prima Guerra Mondiale, il terzo dalla fine degli anni ’60 agli inizi dell’80 del ’900 e l’ultimo tra la fine dello scorso millennio fino a un picco tra il 2008 e il 2010.

Questi supercicli non seguono solo la normale legge della domanda e offerta, ma si accompagnano spesso a fenomeni monetari o anche geopolitici.

Siamo ora all’inizio di un nuovo superciclo o per ora è un normale rialzo dovuto alla congiuntura economica?

Cosa ha generato il rialzo dei prezzi delle materie prime?

Quanto accaduto nell’ultimo anno sul fronte dell’aumento dei prezzi delle materie prime, per certi versi, è facilmente spiegabile.

Con il precedente picco delle commodity intorno al 2010, i prezzi venivano da un decennio di ribassi. In questa situazione, pochi imprenditori e finanziatori hanno messo soldi sulla produzione di commodity. Detto in altri termini, a New York o nella City è stato abbastanza facile, in questi anni, trovare capitali per qualche start-up tecnologica. Più difficile, invece, è stato trovarli per finanziare qualche miniera d’oro o di rame, magari in qualche instabile stato africano. Anzi, non solo è stato difficile trovare finanziatori, è stato persino difficile trovare chi questi soldi li cercava effettivamente. Molte società hanno persino chiuso o sospeso la produzione su siti già operativi, perché i costi di estrazione erano quasi superiori ai prezzi di mercato.

Il risultato è stato un calo della produzione.

Per contro, la domanda è stata piuttosto stabile. Il potenziamento dell’economia digitale, dell’economia verde e la forte attenzione al risparmio energetico ha portato a una graduale riduzione della domanda di materie prime, il tutto culminato nell’anno del Covid, quando il mondo ha fortemente rallentato e con esso la produzione mondiale. Il risultato, scontato, è stato un calo ulteriore delle materie prime.

Ma cosa succede ora? Beh, un semplice aggiustamento. L’economia è in ripresa, quindi la domanda inizia a salire. Per contro, una miniera o un pozzo petrolifero non si aprono e mettono in produzione in pochi giorni, ma spesso serve qualche anno. L’offerta, quindi, fatica a far fronte all’aumento della domanda.

Lo sbilanciamento tra domanda e offerta, tipico di un normale ciclo economico, ha quindi generato questo rialzo dei prezzi. Ma può durare?

Da ciclo economico a superciclo, perchè non ci sono le condizioni

Nessuno prevede il futuro, quindi non possiamo dire quanto durerà questo rialzo. Sicuramente ci dobbiamo abituare a un’inflazione un po’ più alta di quella praticamente inesistente degli ultimi anni e quindi anche i portafogli debbono aggiustarsi di conseguenza.

Ma tra un’inflazione di lungo termine al 2-3% medio e una del 5-6% o addirittura a doppia cifra come negli anni ’70, ce ne corre.

Certo, le pressioni derivanti dall’espansione monetaria globale sono notevoli. Molte decisioni politiche potrebbero non favorire l’aumento della produttività e della produzione in genere, con risvolti sull’inflazione e rischio di generare una spirale che coinvolgerebbe le materie prime stesse.

Ma tanti altri elementi, di fatto, remano fortemente contro.

L’attenzione a un’economia più verde e più pulita è nell’agenda delle maggiori aree economiche. E questo vuol dire anche un’economia che usa meno materie prime.

La tecnologia produttiva continua a fare passi da gigante (automazione) e questo sicuramente gioca un ruolo deflazionista.

Queste forze sono notevoli e giocheranno sicuramente un ruolo importante.

Noi non possiamo sapere oggi se avremo un rialzo strutturale di lungo termine sulle commodity. Ciò che possiamo dire è che le condizioni di partenza attuali fanno propendere più per un normale rialzo derivante dal ciclo economico.

Nello strutturare i propri portafogli, comunque, degli investimenti anti-inflazione non fanno certo male ora. E se dovesse esserci un vero superciclo, a quel punto si sarà già posizionati e, al limite, si tratterà solo di aumentare il peso in portafoglio di questi investimenti.

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