Impennata del prezzo del grano grazie al coronavirus. Attenzione anche ad altri alimenti che finiscono sulle nostre tavole
Anche il prezzo del grano è stato travolto dal coronavirus.
In questo caso, però, l’impatto della devastante pandemia è risultato più che positivo visto che le quotazioni della materia prima sono letteralmente decollate.
In realtà, non è stato soltanto il prezzo del grano a reagire positivamente di fronte al coronavirus. Anche i prezzi di numerosi altri alimenti che finiscono sulle nostre tavole sono aumentati nel pieno dell’emergenza globale.
Coronavirus: prezzo del grano (e non solo) in aumento
Nel momento in cui l’epidemia partita dalla Cina si è diffusa tanto da trasformarsi in vera e propria pandemia, anche le abitudini alimentari delle persone sono cambiate.
In Italia, ad esempio, i consumatori si sono gettati a capofitto sulle farine, sui lieviti e perché no anche sulle uova. In realtà in tutto il mondo si è assistito a una vera e propria corsa ai beni essenziali che ha avuto un impatto positivo sia sul prezzo del grano che su quello di numerosi altri cereali.
Secondo i dati riportati dall’AGI, soltanto nell’ultima settimana le variazioni più evidenti sono risultate le seguenti:
- grano: +5,95%
- riso: 5,07%
- olio di soia: 4,65%
- soia: +2%
- avena: +1,39%
- mais: +0,66%
- canola: +0,22
Come precisato anche da Coldiretti, l’aumento del prezzo internazionale del grano è stato influenzato anche dalla decisione della Russia di limitare l’export dopo il balzo delle quotazioni sui 13.270 rubli per tonnellata (da confrontare con i 12.850 rubli per tonnellata del petrolio degli Urali).
Sul fronte riso, poi, come non citare la scelta del Vietnam che ha temporaneamente sospeso i contratti di esportazione.
Per quel che riguarda la carne, invece, nell’ultima settimana i contratti con consegna a giugno riguardanti i bovini adulti hanno registrato un +0,2% da confrontare con il +2,56% del bestiame da alimentazione (consegna a maggio) e con il -5,13% della carne di maiale con consegna a giugno.
La situazione in Italia
Come anticipato, nelle ultime settimane in Italia, così come in numerosi altri Paesi del mondo, si è verificata una vera e propria corsa ai beni essenziali. Soltanto nell’ultimo mese, quello in cui il coronavirus ha dato vita a una vera e propria emergenza, gli acquisti di farina sono aumentati del 99,5%.
Gli italiani però si sono gettati a capofitto anche sul riso (+47,3%) e sulla pasta di semola (+41,9%).
Una situazione, questa, che secondo il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, potrebbe dare più spazio al Made in Italy:
“Ci sono le condizioni per rispondere alle domanda dei consumatori e investire sull’agricoltura nazionale, che è in grado di offrire produzione di qualità, realizzando rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto ’equo’, basato sugli effettivi costi sostenuti.”
Dall’azionario al valutario, dalle materie prime al prezzo del grano e ai cereali, nessuno è stato esentato dagli effetti dirompenti del coronavirus.
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