Petrolio affonda (di nuovo) i motivi

C. G.

12 Giugno 2019 - 10:00

Il prezzo del petrolio ha bruciato un altro 2%: i motivi della flessione che sta interessando le quotazioni di WTI e Brent

Petrolio affonda (di nuovo) i motivi

Il prezzo del petrolio ha intrapreso ancora una volta la via del ribasso.

Sia la quotazione del WTI che quella del Brent hanno messo a segno flessioni superiori al singolo punto percentuale nelle ultime ore di trading.

Come di consueto a pesare sul prezzo del petrolio sono stati diversi elementi tra cui le preoccupazioni legate all’indebolimento della domanda. Gran parte dei guadagni messi a segno dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati ormai cancellati da entrambe le quotazioni.

Prezzo del petrolio giù: le nuove previsioni EIA

In un report pubblicato nella giornata di ieri, martedì 11 giugno, l’Energy Information Administration (meglio nota come EIA) ha tagliato le sue previsioni sulla crescita della domanda nell’anno 2019 e ha rivisto altresì quelle sulla produzione statunitense con ovvie conseguenze sul prezzo del petrolio.

Nello specifico, l’agenzia ha abbassato le stime sulla richiesta del mercato di 160.000 barili al giorno e le ha portate a quota 1,22 milioni di barili. Allo stesso tempo gli esperti hanno rivisto le previsioni sull’output USA a 12,32 milioni di barili giornalieri (-140.000 bdp rispetto alla stima di maggio).

L’aumento delle scorte

Anche gli ultimi date sulle giacenze di greggio hanno sorpreso negativamente il prezzo del petrolio Brent e la quotazione del WTI. Nella settimana terminata venerdì 7 giugno le scorte sono aumentate di 4,9 milioni di barili stando ai dati dell’American Petroleum Institute (API).

I dati si sono mal confrontati con le attese degli analisti, pronti ad osservare una flessione di 481.000 barili.

Ancora una volta le preoccupazioni degli investitori si sono andate a ripercuotere sulle quotazioni che hanno imboccato la via del ribasso arrivando a sfiorare perdite di 2 punti percentuali.

La guerra commerciale

In un contesto già complesso non ha giocato un ruolo marginale neanche la guerra commerciale USA-Cina. Le incertezze derivanti dal conflitto dei dazi - ripartito con l’arrivo della primavera - hanno messo ripetutamente con le spalle al muro gli investitori che hanno adottato un atteggiamento più prudente.

Di conseguenza, i guadagni del prezzo del petrolio sono rimasti limitati e frenati da questo clima di insicurezza.

Occhi sull’OPEC

Tutti gli occhi saranno ora puntati sul prossimo 25 giugno, giorno in cui l’OPEC terrà un primo meeting nel quale deciderà se prolungare ancora i tagli alla produzione che hanno a lungo sostenuto le quotazioni di WTI e Brent.

Il 26 del mese partiranno le discussioni con gli alleati del Cartello tra cui la Russia, che però ha già suggerito di spostare l’evento al 3-4 luglio.

Al momento in cui si scrive, intanto, il prezzo del petrolio Brent sta scendendo dell’1,57% su quota $61,31, mentre la quotazione del WTI sta bruciando l’1,69% su quota $52,37.

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