Crisi nera per il prezzo del petrolio: la quotazione del WTI e quella del Brent travolte da un vero e proprio uragano. Che sta succedendo?
Il prezzo del petrolio è stato letteralmente travolto da un vero e proprio uragano che ha messo con le spalle al muro prima la quotazione del WTI e poi, purtroppo, anche quella del Brent.
Tutto è cominciato ieri, lunedì 20 aprile, giorno i cui i futures statunitensi sui contratti di maggio sono crollati tanto da scendere in territorio negativo per la prima volta nella storia. Un barile di greggio è arrivato a “costare” -37 dollari al barile.
Poi, con l’arrivo della seduta asiatica odierna, le cose sono migliorate e in virtù di un rimbalzo di circa 100 punti percentuali la quotazione del WTI si è riportata sopra la parità (e ha iniziato a valere quanto una tazzina di caffè al bar). Il tentativo di recupero, però, ha avuto vita breve e il dramma del prezzo del petrolio texano si è esteso al resto del mercato.
Prezzo del petrolio: l’intero mercato è stato travolto dal caos
Come anticipato, le drammatiche perdite del prezzo del petrolio hanno interessato inizialmente soltanto i futures USA sui contratti di maggio oggi in scadenza.
I contratti di giugno, invece, hanno tenuto duro sopra i 20 dollari al barile ma con il passare delle ore la situazione è drammaticamente peggiorata anche per loro, che nella mattinata odierna sono poi crollati di oltre il 20% intorno ai 16 dollari al barile. Il caos si è esteso.
Anche la quotazione del Brent, inizialmente esentata da questa nuova ondata di vendite, non è riuscita a resistere ed è stata abbattuta. Al momento in cui si scrive, il prezzo del petrolio del Mare del Nord è di 21 dollari al barile e sta continuando a scendere di circa 16 punti percentuali.
Cosa aspettarsi adesso?
Ad esprimersi sull’argomento sono stati gli analisti di Citi Research, secondo cui l’offerta di greggio inizierà a scendere soltanto con la seconda metà dell’anno. I tagli dell’OPEC+ entreranno in vigore dal prossimo 1 maggio.
“Intanto, gravi difficoltà di stoccaggio potrebbero condurre a nuove vendite forzate”.
Per dirla in altre parole, nelle prossime 4 o 6 settimane il mercato continuerà a fare i conti con il crollo della domanda e con un eccesso di offerta. Alcuni impianti stanno per arrivare alla massima capacità di giacenza e sono in molti a chiedersi dove verranno stipate le nuove scorte di greggio.
Il prezzo del petrolio, insomma, continuerà ad essere monitorato fino a che la situazione non tornerà ad essere equilibrata.
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