L’intesa per arginare il crollo della domanda di greggio prevede una riduzione delle produzioni di 9,7 milioni di barili di petrolio al giorno, all’accordo partecipa anche il Messico.
La scorsa domenica OPEC+ ha raggiunto un accordo storico che prevede il taglio di 9,7 milioni di barili al giorno nella produzione del petrolio, la decisione è stata presa dopo mesi di trattative e quattro giorni di videoconferenze tra i maggiori produttori mondiali. Si tratta della più grande riduzione della produzione mai registrata nel corso della storia.
La decisione si è resa necessaria per fronteggiare il drastico calo dei prezzi e l’emergenza sanitaria che continua a gravare pesantemente sulla domanda del petrolio. L’intesa si interpone anche nella guerra dei prezzi scaturita a marzo tra l’Arabia Saudita e la Russia, che gettò nel panico i mercati finanziari.
La vittoria del Messico
L’accordo iniziale prevedeva il taglio di 10 milioni di barili al giorno, pari a circa il 10% della produzione di oro nero a livello mondiale. La soluzione tuttavia non ha convinto il Messico che si è opposto bloccando il concordato. Dopo una serie di consultazioni è stato deciso di imporre una riduzione di 100.000 barili, invece dei 400.000 richiesti inizialmente e secondo alcune indiscrezioni, il Messico rivaluterà la sua posizione dopo due mesi dall’entrata in vigore della trattativa.
Le fasi dell’accordo
L’accordo procederà per step e prevede un graduale aumento della produzione nel corso dei prossimi mesi:
- dal 1 maggio fino al 30 giugno la produzione di petrolio sarà ridotta di 9,7 milioni di barili al giorno;
- da luglio, fino alla fine dell’anno, verranno tagliati 7,7 milioni di barili;
- infine da gennaio 2021 fino ad aprile 2022 la produzione sarà ridotta solamente di 5,8 milioni.
Il gruppo delle 23 nazioni si riunirà nuovamente il prossimo 10 giugno per valutare eventuali altre azioni da intraprendere. Le quotazioni del greggio, affossate dal coronavirus, hanno visto la riduzione di un terzo della domanda petrolifera e l’Arabia Saudita, insieme alla Russia, sono le due nazioni chiamate ad una maggiore riduzione della produzione.
La mediazione di Donald Trump
Al concordato si è arrivati anche grazie alla mediazione di Donald Trump che per facilitare l’intesa ha proposto di conteggiare il taglio della produzione degli Stati Uniti come riduzione del Messico. La proposta era stata inizialmente respinta dall’Arabia Saudita, che avrebbe poi accettato consapevole del fatto che un mancato accordo avrebbe potuto far crollare ulteriormente il prezzo del petrolio.
“L’accordo all’OPEC+ è fatto e salverà decine di migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti. Voglio ringraziare e congratularmi con il presidente russo Vladimir Putin e il re Salman dell’Arabia Saudita. Ho appena parlato con loro dallo Studio Ovale. E’ un grande accordo per tutti.”
Ha twittato il presidente USA, Donald Trump.
The big Oil Deal with OPEC Plus is done. This will save hundreds of thousands of energy jobs in the United States. I would like to thank and congratulate President Putin of Russia and King Salman of Saudi Arabia. I just spoke to them from the Oval Office. Great deal for all!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 12, 2020
Nonostante il colossale taglio della produzione, alcuni esperti temono che le misure attuate non siano ancora sufficienti per fronteggiare il calo della domanda.
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