Il prezzo del petrolio protagonista: quotazioni innarrestabili dopo un presunto attacco ai danni di due petroliere nel Golfo di Oman. L’accaduto
Il prezzo del petrolio è rimbalzato dai minimi di oltre 5 mesi dopo un presunto attacco compiuto ai danni di due petroliere situate nel Golfo di Oman.
Tutto è accaduto in un momento particolarmente impegnativo per le quotazioni di WTI e Brent, messe al tappeto non soltanto dai timori commerciali, ma anche dall’aumento delle scorte e dal taglio delle stime sulla domanda.
Dopo essere crollato sui minimi di cinque mesi il prezzo del petrolio ha invertito la rotta e ha registrato progressioni persino vicine ai 4 punti percentuali. La questione delle due petroliere in fiamme ha funzionato perfettamente da driver rialzista.
Prezzo del petrolio: cosa è successo? L’attacco alle petroliere
A comunicare i danni alle due navi è stata la Fifth Fleet americana. La nave cisterna Kokuka Courageous diretta dall’Arabia Saudita a Singapore con un carico di metanolo è stata danneggiata a causa di un attacco sospetto. Lo stesso è accaduto alla sua collega Altair.
L’incidente è avvenuto nel Golfo di Oman e ha fatto seguito agli attacchi subiti il mese scorso dalle petroliere situate vicino al Golfo Persico.
L’accaduto ha rispolverato la possibilità di un’interruzione dei flussi di greggio, cosa che ha di conseguenza spinto al rialzo il prezzo del petrolio WTI e Brent. Le navi sono state coinvolte da fiamme imponenti che hanno reso necessario evacuare gli equipaggi.
Bisognerà ora capire se le quotazioni saranno in grado di sostenere il rally date le preoccupazioni relative alle proteste di Hong Kong, alle stime EIA e alla guerra commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti, pronti ad imporre $325 miliardi di nuovi dazi.
Al momento in cui si scrive, dopo l’attacco alle petroliere in Oman, il prezzo del petrolio Brent sta salendo del 2,8% su quota $61,68, mentre la quotazione del WTI sta guadagnando il 2,6% su quota 52,48.
© RIPRODUZIONE RISERVATA