Petrolio balza, mentre Trump ordina di affondare navi iraniane. Cosa aspettarsi adesso?

C. G.

23 Aprile 2020 - 07:40

Il prezzo del petrolio tenta il rimbalzo, ma quanto durerà? I motivi che stanno risollevando la quotazione del WTI e quella del Brent

Petrolio balza, mentre Trump ordina di affondare navi iraniane. Cosa aspettarsi adesso?

Il prezzo del petrolio ha tentato di cancellare parte delle ingenti perdite subite negli ultimi, drammatici giorni.

La quotazione del WTI e quella del Brent hanno premuto sul pedale dell’acceleratore e hanno registrato progressioni a doppia cifra percentuale.

Certo è che, visto quanto accaduto durante la settimana, l’odierno tentativo di rimbalzo ha mantenuto il prezzo del petrolio su livelli particolarmente depressi. Eppure, secondo gli osservatori di mercato, le ultime notizie internazionali hanno quantomeno permesso di evitare un nuovo, tremendo sell-off.

Perché risale il prezzo del petrolio

L’inizio della settimana è risultato particolarmente drammatico per il prezzo del petrolio. Basti pensare ai futures statunitensi sui contratti di maggio (scaduti martedì) crollati tanto da scendere sotto la parità e da toccare minimi di -37 dollari al barile. Il caos, pian piano, si è esteso al resto del mercato e anche il Brent è stato travolto dalle vendite.

Poi, finalmente, un tentativo di rimbalzo che ha permesso sia alla quotazione del WTI che al greggio del Mare del Nord di rialzare (almeno parzialmente) la testa.

La risalita, secondo alcuni osservatori, potrebbe aver trovato ragion d’essere nella prospettiva di nuove tensioni in Medio Oriente, che ha contribuito a compensare i timori di un crollo della domanda globale a causa del coronavirus.

Soltanto ieri Donald Trump ha ordinato la distruzione di tutte le navi iraniane considerate una minaccia. La conferma è arrivata tramite Twitter dallo stesso presidente degli Stati Uniti.

Uno sviluppo, questo, che potrebbe aver determinato il tentativo di rimbalzo del prezzo del petrolio.

Quanto durerà?

Molto probabilmente, lo slancio registrato dalla quotazione del WTI e da quella del Brent non avrà lunga vita. Per quanto le notizie internazionali e geopolitiche saranno in grado di stimolare i prezzi, i fondamentali rimarranno comunque deboli.

Il mercato, oggi, è ancora troppo fornito e ci vorrà ancora parecchio tempo per poter tornare a parlare di bilanciamento tra domanda e offerta. Una view confermata anche dagli ultimi dati dell’EIA, secondo cui nella settimana terminata il 17 aprile le scorte di greggio sono aumentate di ben 15 milioni di barili.

“Visto l’eccesso che abbiamo sul petrolifero è difficile che questo (le notizie dal Medio Oriente, ndr) offrirà supporto al mercato, a meno che la situazione non peggiorerà,”

ha fatto notare Warren Patterson, head of commodities strategy di ING.

Al momento, d’altronde, non sono ancora entrati neanche in vigore i tagli decisi dall’OPEC+ nell’ultima riunione di aprile. Per un effettivo bilanciamento del mercato e per una riduzione dell’offerta bisognerà attendere ancora.

Al momento in cui si scrive, comunque, il prezzo del petrolio Brent sta salendo del 12% verso i $23, mentre la quotazione del WTI sta avanzando del 14% su quota $15,7.

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